lunedì 26 dicembre 2011
MINIRECENSIONI al femminile: Alela Diane, Ane Brun, Anna Ternheim, Florence + The Machine, Jenny Hval, Sophie Zelmani, St. Vincent
ALELA DIANE (2011) Alela Diane & Wild Divine (La cantautrice USA al 3° album non riesce a fare il salto tra i fuoriclasse, a causa di una produzione non invadente ma leziosamente ricercata, che invece di impreziosirne la scrittura folk la omologa alle colleghe folk-pop di media caratura) 6.8/10
ANE BRUN (2011) It All Starts With One (La cantautrice norvegese operativa in Svezia non sbaglia un colpo, arricchendo le sue solite, intimiste ballate piano-e-voce con elementi di cabaret colto e di chamber pop senza tempo) 7.6/10
ANNA TERNHEIM (2011) The Night Visitor (Folksinger svedese country-oriented, asciutta –voce pulita e chitarra acustica, più occasionali violino/banjo—ma non fredda, ispirata seppure non originale. Tra Marissa Nadler/Jolie Holland/Emmylou Harris) 7/10
FLORENCE + THE MACHINE (2011) Ceremonials (Gothic pop-rock diretto discendente del dark-gothic ’80, costruito sulla voce potente ed epica della londinese Florence Welch e su melodie e cori anthemici, dal notevole potenziale commerciale seppure di scarsa originalità. Vedi Siouxsie & The Banshees/Kate Bush/Evanescence) 7.5/10
JENNY HVAL (2011) Viscera (Cantautrice “sperimentale” dalla voce acuta e nasale, usata tra il parlato ed il cantato, come una Bjork aritmica o una Laurie Anderson meno cerebrale, e di entrambe meno elettronica e più classicamente elettroacustica) 7/10
SOPHIE ZELMANI (2011) Soul (Perchè la bella ma riservata songwriter e chitarrista svedese sia trascurata dalla critica musicale italiana è un mistero, visti i riconoscimenti ovunque ed un’attività che dal ’96 l’ha portata all’attuale decimo album, al solito acustico, di gran classe, adatto ad un ascolto non distratto ma che ripaga abbondantemente l’attenzione con raffinata ispirazione, pulizia formale e preziosi assoli di chitarra) 8/10
ST. VINCENT (2011) Strange Mercy (La songwriter e multistrumentista americana Annie Clark sembra una Cat Power più elettrica, una Kate Bush più indie, una Kaki King meno tradizionale, una Eleonore Friedberger meno estrosa, o una Fiona Apple meno geniale. Senza eccellere) 6.6/10
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