sabato 31 marzo 2012

Michael Kiwanuka - Home Again (2012)


Ha una storia piuttosto interessante: fuggito da bambino dall'Uganda e dal suo regime, arriva a Londra e va ad abitare a poca distanza da Tottenham. Inizia a suonare la chitarra da bambino e comincia poi ad esibirsi per i vari pub e locali inglesi fino a pubblicare un paio di EP e passare l'anno scorso alla Polydor, per cui ha inciso questo lavoro. Segnalato dalla BBC come artista emergente del 2012 è sicuramente una delle scoperte più interessanti degli ultimi mesi: spogliato delle atmosfere più afro degli anni passati ha saputo fondere il sound black di Otis Redding e Bill Withers con quello più tipicamente folk di Tracy Chapman, Joni Mitchell o Nick Drake, il tutto immerso in una profonda spiritualità dagli accenti talora gospel. Così come per Emeli Sandè, Kiwanuka si inserisce in questa fase post-Amy Winehouse, da cui Adele si è ormai staccata assurgendo alle vette di Billboard
Da segnalare il bellissimo etno-jazz di "Tell me a Tale", il blues di "Home Again" ed il soul acustico di "I'm getting ready".
Ok va bene, non sarà niente di estremamente originale ma questo è un gran bel disco, come lo si potrebbe aspettare negli anni '70, il che non è necessariamente un difetto. Voto ★★★★ (Ritorno al Futuro)

1 commento:

microby ha detto...

Ottima segnalazione Luca! Solo chi non sopporta la musica black può non amare lo splendido debutto di questo giovane londinese di origini ugandesi: dallo stacco iniziale che ricorda Moondance di Van Morrison, alla piena parentela con Otis Redding e Marvin Gaye, ma soprattutto Bill Withers e Curtis Mayfield, serviti da voce e arrangiamenti orchestrali rubati al Randy Newman di Sail Away (vedi Home Again e I Won't Lie, ma in generale tutta la seconda parte della scaletta). Non originale, ma evergreen. Speriamo non si perda. Per me: 8.2/10.

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