Al primo ascolto l’ultimo lavoro (il 12° da solista) del padrino del movimento mod, ex leader di The Jam e Style Council, lascia spiazzati non poco: drum machine e archi, synth e r’n’b sixties, dub e pop, psichedelia e new wave ‘80, rock e loops elettronici… Ad ascolti ripetuti questa (un poco pasticciata, ma decisamente energica) strana miscela di electro-psico-pop acquista peso e considerazione, non sciogliendo comunque il dubbio tra confusione ed eccesso di (buone) idee. O forse solo di scelte discutibili in sede di arrangiamento, dal momento che il produttore è lo stesso (Simon Dine) dei precedenti dischi della svolta in tal senso, 22 Dreams (2008) e Wake Up The Nation (2010), curiosamente amati come Sonik Kicks più negli USA che nel vecchio continente.
Camaleontico e (forse perciò) transgenerazionale come David Bowie e Damon Albarn, Weller dimostra in ogni caso una classe superiore, ed una curiosità musicale proiettata in avanti.
Personalmente lo preferivo soul-man (ascoltare per credere la conclusiva, deliziosa Be Happy Children).
Preferite: Be Happy Children, By The Waters, That Dangerous Age
Voto Microby: 7/10
1 commento:
Così come per il suo lavoro precedente trovo che questo disco abbia sì alcune buone idee ma che esse non siano particolarmente originali: molte formazioni indie sono sicuramente più stimolanti e soprattutto innovative.
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