venerdì 23 novembre 2012

MINIRECENSIONI: Donald Fagen, John Hiatt, Jason Mraz, Bonnie Raitt, Lucero

DONALD FAGEN (2012) Sunken Condos (Ritorno in grande spolvero per l’artefice, con Walter Brecker, di una formula musicale inimitabile ed immediatamente riconoscibile, un blend perfetto di pop, jazz, soul, rock e fusion che ha prodotto in passato numerosi capolavori col marchio Steely Dan ed almeno uno con l’esordio solistico The Nightfly del 1982. Ebbene Sunken Condos rappresenta il lavoro migliore di Fagen dal 1982, reunion della band-madre compresa, per scrittura, esecuzione, produzione e la solita cura meticolosa dei dettagli) 8/10

JOHN HIATT (2012) Mystic Pinball (In 38 anni e 21 albums in studio le coordinate musicali dell’americano non sono mai granchè cambiate –50% rock, 20% country, 20% blues, 10% soul, percentuale più-percentuale meno a seconda del periodo storico—così come la qualità sempre medio-alta del prodotto finale. Non fa eccezione l’ultimo lavoro, brillante sia nelle appassionate ballate tra The Band e Springsteen sia nei rock grintosi tra Little Feat e Rolling Stones) 7.7/10

JASON MRAZ (2012) Love Is A Four Letter Word (Mr.A-Z si conferma un big seller negli USA, nonostante sia poco conosciuto da noi. Ed è un peccato, perché il suo pop screziato di blue-eyed soul, di reggae, di folk-rock è intelligente, orecchiabile e raffinato, moderno ma evergreen, come di chi prima di incidere ha mandato a memoria la lezione di Billy Joel, Paul Simon, Loggins & Messina, Bruce Hornsby, Hall & Oates) 7.7/10

BONNIE RAITT (2012) Slipstream (La 62enne slide-guitarist americana presenta uno dei più ispirati albums della sua 40ennale carriera, anche se la ricetta non cambia: brani country-rock-blues, al solito per lo più non autografi,  prevalentemente elettrici, ottimamente suonati dalla sua live band con comparsate di Bill Frisell all’elettrica e Joe Henry alla produzione) 7.8/10

LUCERO (2012) Women And Work (Inconsueta ma riuscita la trasformazione che ha portato la band di Memphis dall’iniziale energia punk dedicata ad un alt.country di qualità, all’attuale ibridazione col soul/gospel di casa. E così ora abbiamo un country come lo intendevano Blasters e Beat Farmers, shakerato con un blue collar rock springsteeniano che suona come i Gaslight Anthem con i fiati Stax, o Southside Johnny in vacanza al sud. Energico, caldo, maschio) 7.9/10

2 commenti:

lucaf ha detto...

Donald Fagen ha fatto centro (finalmente, dopo The Nightfly!) Un disco dalle forti influenze R&B, addirittura quasi funky. Voto ★★★★
Jason Mraz: mi fa piacere che sia apprezzato anche questo semplice ma raffinato pop rock di grande compagnia e senza auliche pretese. Da ascoltare in allegra compagnia. Voto ★★★1/2
Bonnie Raitt: quando l'ho sentito avevo una grossa paura di esserne deluso: sarà la sua capigliatura da carampana ma pensavo di ascoltare un pallosissimo ripetersi di un country rock sempre più country e poco rock. Sbagliato. La ragazzina ci ha sparato un blues da farti saltare sulla sedia ("Used to rule the world") ed un paio di pezzi country da inserire nella playlist strappamutande. Voto ★★★★

lucaf ha detto...

LUCERO: molto meglio dei Gaslight Anthem! Springsteeniani purosangue:sembra di tornare ai tempi di Greetings from Asbury Park. Una bella scoperta

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