PHISH - Fuego (2014)
Sicuramente la migliore Jam Band attualmente in circolazione (OK, c’è anche la Dave Matthews Band, ma sapete che non la digerisco) festeggiano quest’anno il 30° anno di attività (anche se in effetti il loro primo album, “Junta” era del 1988). In questa lunghissima carriera solo 12 album ma una marea di concerti, con relativi dischi dal vivo, per un mix perfetto di pop, rock, bluegrass e jazz. Gli ultimi lavori per la verità non erano stati un gran che e stavolta il produttore Bob Ezrin (quello di Peter Gabriel, Lou Reed, Deep Purple, Alice Cooper, Pink Floyd, ecc ecc) ci ha messo le mani e li ha aiutati a confezionare un album splendido. Il modo migliore di ascoltarlo è lasciarsi andare completamente e viaggiare sulle note delle stupende “The Line”, “555” o “Halfway to The Moon: il mitico chitarrista Trey Anastasio è in grandissima forma e Il ricordo va ai Grateful Dead di “Terrapin Station” o ai Dixie Dregs di “What If” ma forse non è neanche giusto richiamare altri artisti: i Phish sono i Phish e basta. E ne andiamo matti. Voto: ☆☆☆☆
KASABIAN - 48:13 (2014)
Una copertina rosa orribile e un titolo da mentecatti (48:13 è la durata totale del disco) cominciano subito a metterti di cattivo umore. Anche il singolo “Eez-eh”, esageratamente pop-commerciale e discutibilmente ritmato tipo dance anni ’90, non aiuta affatto. E neanche le prime interviste a Pizzorno che diceva di aver coniugato Led Zeppelin e Kanye West in un singolo lavoro avevano contribuito a tranquillizzarci. L’ascolto purtroppo conferma in pieno tutte le perplessità, ma probabilmente i sintetizzatori di cui viene fatto largo uso sono l’espressione dei tempi moderni. Niente a che vedere con la grande bellezza del precedente “Velociraptor” però alcune cose sono da ricordare: soprattutto la bellissima ballata “Bow” e la calda “Stevie” (non a caso i brani a mio parere più autenticamente riconoscibili del gruppo di Sergio Pizzorno). Io però vado a riascoltarmi Velociraptor. Voto: ☆☆☆