mercoledì 11 giugno 2014

PAOLO NUTINI, SMOKE FAIRIES, REAL ESTATE


PAOLO NUTINI (2014) Caustic Love
E’ fastidioso pensare che la critica nostrana snobbi la popstar scozzese (di padre italiano) per il trascorso successo in MTV (e soprattutto presso la fascia d’ascolto adolescenziale), e per la partecipazione al Festival di Sanremo. Errore che sta facendo per gli stessi motivi con l’altrettanto dotato Tom Odell. E di sbaglio grosso si tratta, perché Nutini è soulman di prima classe, dotato di una voce cartavetrata sorprendente per la sua giovane età, e profondamente intrisa di blues. Questo terzo album (a 5 anni dal precedente Sunny Side Up) svela tutto il suo amore per soul, R&B, funk anni ’50-’60, con un campionario di canzoni autografe che esplorano la musica black in stile Stax-Motown, con temi più impegnati che agli esordi, ed arrangiamenti che evocano di volta in volta i numi tutelari Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Lee Dorsey, James Brown. Qualche leziosità, prolissità e disomogeneità di troppo impedisce il capolavoro. Ma si tratta comunque di un ottimo album soul, e di un autore di indubbio talento.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Iron Sky, Better Man, One Day


SMOKE FAIRIES (2014) Smoke Fairies
Da sempre in eccellente equilibrio tra indie-rock, folk inglese di marca ‘70 e blues metropolitano, il duo albionico Jessica Davies e Katherine Blamire riesce al 4° disco a rompere gli indugi allontanandosi decisamente dal folk (che trapela come radice solo nell’uso delle voci) e sposando un dream pop elettroacustico di marca ‘80, con inserti elettronici, ritmica metronomica ed arrangiamenti puliti davvero insoliti per il duo. E tuttavia dopo i primi ascolti stranianti (anche i primi 3 albums mi avevano conquistato alla lunga) la classe delle due fatine inglesi emerge e risplende.
Voto Microby: 7.6
Preferite: Koto, Waiting For Something To Begin, Your Own Silent Movie


REAL ESTATE (2014) Atlas
Terzo album per la formazione del New Jersey e conferma del guitar-pop sognante che li ha fatti accostare più volte, a ragione, agli antesignani The Clean/Yo La Tengo/Go-Betweens: chitarre cristalline semiamplificate, ritmiche pulite, tastiere aggraziate, voce morbida per 10 quadretti che profumano di primavera, di nostalgia, di tenerezza, di sole tiepido. Il limite (veniale) è un’eccessiva uniformità che tende a farli assomigliare un po’ tutti.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Past Lives, Had To Hear, Talking Backwards

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