giovedì 19 giugno 2014

FIRST AID KIT, CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD, JACK WHITE


FIRST AID KIT (2014) Stay Gold
Johanna e Klara Soderberg, sorelline svedesi di 24 e 21 anni rispettivamente, mantengono al terzo disco le promesse esibite nel precedente The Lion’s Roar, splendida sorpresa di 2 anni fa. L’unico cambio di traiettoria è lo spostamento dal folk alla Kate & Anna McGarrigle (con tuttavia già accenni alla Emmylou Harris) verso un’”americana” pulita, raffinata, maggiormente influenzata dal country melodico. Dominano i brani, tutti autografi ed acustici, gli armoniosi impasti vocali, cristallini e brillanti, così come lo sono plettri, tasti ed archi. L’atmosfera solare si sposa con una più solida consapevolezza del potenziale commerciale, anche in ambito pop. Brillante conferma, senza un brano debole.
Voto Microby: 7.8
Preferite: My Silver Lining, Stay Gold, Heaven Knows

CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD (2014) Phosphorescent Harvest
Terzo album per la voce dei Black Crowes dopo la splendida accoppiata d’esordio nel 2012, in cui aveva preso musicalmente le distanze dalla band madre per esplorare il rock psichedelico targato Dead/Quicksilver. Impreziosita dal solito, bravissimo Neal Casal alle chitarre, la confraternita propone una purtroppo disomogenea miscela di southern rock, psichedelia, blues, country-rock, soul/R&B e New Orleans sound. Buona la scrittura, al solito brillante il lavoro delle chitarre calde e del saltellante piano honky tonk, ma risultano discutibili alcuni arrangiamenti, con eccesso di synth vintage o addirittura beats elettronici fuori contesto. In definitiva un album piacevole ma di livello inferiore rispetto ai due che l’hanno preceduto.
Voto Microby: 7
Preferite: Badlands Here We Come, About A Stranger, Tornado
JACK WHITE (2014) Lazaretto
Jack White non è mai stato un purista. Già con i White Stripes batteva i sentieri tradizionali del rock, blues, folk, garage, pop USA rivisitandoli con linguaggi attuali, sia bianchi che neri. Come allora anche nella carriera successiva (a mio avviso sempre interessante ma mai esaltante, sia da solista che nei numerosi side projects) ha sempre espresso coraggio nella scelta degli arrangiamenti (mischiando riffs hard, archi, funk, elettronica, hip-hop, blues, garage, americana, country & folk) più che della scrittura (sempre calata nelle radici USA). Sempre inalterato l’approccio vocale e strumentale isterico, nervoso, stridulo, sempre al limite del kitch. Tutte caratteristiche ribadite in Lazaretto, album che tuttavia risulta il meno convincente dell’intera carriera del nostro. A favore: l’estrema varietà dei generi affrontati e l’originalità degli arrangiamenti, ormai un marchio di fabbrica. Contro: il disordine generato dai “pro”, che sfiora la confusione e la perdita di controllo. Tanto che i brani a mio avviso migliori sono quelli dalla produzione più tradizionale.
Va bene, è un genio, ma come per l’ultimo Neil Young (guarda caso co-progettato da Jack White) non si può far passare tutto per buono! La media fa discreto, toh!
Voto Microby: 7
Preferite: Alone In My Home, Entitlement, Three Women


2 commenti:

lucaf ha detto...

First Aid Kit: le svedesi con il cuore californiano hanno colpito ancora. Ogni disco (questo è il terzo) è meglio del precedente. Voto: ☆☆☆☆
Jack White: negli ultimi anni i suoi sforzi si sono concentrati di più nelle produzioni e nei side-project. Al di là del suo carisma tuttavia bisogna essere obiettivi: un disco con idee tutto sommato modesto e rescindibile. Voto: ☆☆☆ (di stima)

cerebus64 ha detto...

Anche se sono un hooligan di JW, devo ammettere che Lazzaretto contiene quattro tracce di cui si può tranquillamente fare a meno. Curiosamente due di queste sono tra le preferite di microby (Entitlement e Alone in my home). Album certamente inferiore a Blunderbuss, ma che però fin'ora ha venduto altrettanto...

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