Se anche dimentichiamo la leggenda-Smiths, il genio mancuniano ha pubblicato da solista molti album pregevoli ed alcuni eccellenti, a testimonianza di un innato talento. Non si colloca tra i suoi lavori migliori quest’ultimo sforzo, non tanto per qualità compositiva, quanto per arrangiamenti stranianti: una batteria invadente sostiene riffs di chitarra hard che duetta spesso con (eccellenti) assoli di acustica se non addirittura flamenco, e si accompagna talvolta a fiati latini. Nel mezzo di un album certo prolisso (un’ora per 12 brani, che diventano 18 nella versione deluxe) e con qualche inciampo kitsch, ma comunque di qualità più che discreta, una manciata di canzoni degne del miglior Moz lo promuove a pieni voti anche stavolta.
Voto Microby: 7.6
Preferite: World Peace Is None of Your Business, Staircase At The University, Istanbul
ERIC CLAPTON & FRIENDS (2014) The Breeze (An Appreciation of JJ Cale)
Tom Petty, Mark Knopfler, John Mayer, Derek Trucks, Willie Nelson, Don White, Christine Lakeland. Allenatore in campo Eric Clapton. Con una squadra di fuoriclasse del genere ad interpretare il repertorio (ben scelto, tra brani leggendari ed altri meno conosciuti; evitate le hits Cocaine e After Midnight) del maestro di tutti loro, JJ Cale, non si può non vincere la partita. Ma il rischio è di sbagliare tattica. Così i nostri campioni affrontano la prova con molto rispetto, quasi intimiditi: limitano i dribbling, evitano le giocate ad effetto, nascondono palla e non rischiano. Si arriva ai rigori, ed i nostri vincono senza tirare un cucchiaio e grazie ad un portiere (Enrico Claptone) paratutto. Ma la partita è stata comunque bella da “ascoltare”. L’album è sottotitolato “An appreciation of” e così è stato: un tributo in punta di piedi e col cappello in mano. Forse troppa la stima e poco il tempo trascorso da quando JJ ci ha lasciato per osare interpretazioni originali. The Breeze sembra un disco di JJ, e forse questo è il complimento migliore per il saluto di Clapton & Friends.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Call Me The Breeze, Lies, Sensitive Kind
ANGUS & JULIA STONE (2014) Angus & Julia Stone
Figli di una coppia di folksingers australiani, i due hanno già ottenuto più successo dei genitori: in testa alle classifiche aussie col precedente, secondo album Down The Way (2010), ora tentano la scalata al mercato americano grazie alla produzione di Rick Rubin. Tuttavia, nonostante la mano dorata e mainstream del nostro, la matrice resta quella di un folk intimo, malinconico, agrodolce, che quando diventa pop ricorda i Fleetwood Mac dei ’70, quando accenna al rock si accosta al Neil Young elettrico-ipnotico (non disperato), quando è un mix di folk-pop-indie-rock rimanda al duo inglese al femminile Smoke Fairies. Ma tutti i precedenti sono più dotati del pur apprezzabile duo di Sydney.
Voto Microby: 7.4
Preferite: Crash and Burn, Heart Beats Slow, Death Defying Acts
Nessun commento:
Posta un commento