mercoledì 28 gennaio 2015

Ancora 2014: NUDE BEACH, CHET FAKER, BLAIR DUNLOP, OLD CROW MEDICINE SHOW


NUDE BEACH (2014) 77
Terzo album di un trio di Brooklyn che nella scrittura, negli arrangiamenti e perfino nella durata (18 brani per 70’) pare essersi fermato nel lustro 1967-1972: armonie vocali e jingle-jangle alla Byrds, garage sound alla Velvet Underground, power-pop alla Big Star, richiami ai Beatles più ruvidi ed al Lou Reed più diretto. Un lavoro chiaramente derivativo, ma talmente ben realizzato e calato nella parte che sembra un piccolo gioiellino scoperto dopo tanti anni di oblio. Curioso delle possibili evoluzioni.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Used To It, I Can’t Keep The Tears From Falling, It’s So Hard To Love You
 
CHET FAKER (2014) Built On Glass
Debutto su lunga durata per il 24enne australiano già produttore di musica elettronica. Chet Faker è l’aka (scelta geniale) di Nick Murphy, tratto dalla passione giovanile per il jazz (qui assente), in particolare per il grande trombettista Chet Baker. Si potrebbe parlare di electronic white soul, dal momento che se le viscere sono in questo lavoro totalmente trattenute, l’anima è invece palpabile in ogni traccia, soprattutto nella prima parte (la migliore), più spostata dalla parte del cuore (voce calda e tenera, mood agrodolce, a volte carezzevole altre amaro, esattamente come la tromba e la voce del Chet non “fake”) che da quella del cervello (la seconda parte, in cui predomina un’elettronica delicata, da Jamie Lidell confidenziale, che tuttavia altri coevi sanno fare meglio). Un musicista diverso da quelli della nuova scena elettronica (all’interno della quale è erroneamente catalogato), più nelle corde di chi ama trip-hop e nu-soul, e con idee interessanti. Al netto di alcune ingenuità da esordio, Nick/Chet è un artista da seguire.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Release Your Problems, Talk Is Cheap, To Me
 
BLAIR DUNLOP (2014) House of Jacks
Buon sangue non mente. Così il figlio 22enne di Ashley Hutchings, leggenda del folk albionico (Fairport Convention/Steeleye Span/Albion Band), dopo aver fatto solo 13enne l’attore per Tim Burton, è ora già alla seconda prova da musicista. Eccellente chitarrista, voce calda che ben si presta al suo moderno cantautorato folk, dimostra doti che gli permettono sia di proseguire sulle orme del padre che di avvicinarsi all’esposizione mediatica del pop. Ha tutta la vita davanti ma già ora si fa apprezzare.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Something’s Gonna Give Way, House of Jacks, Different Schools
 
OLD CROW MEDICINE SHOW (2014) Remedy
Agli esordi un quintetto ed ora un ottetto, il gruppo di stanza in Virginia ma i cui membri provengono da vari stati degli USA è al 5° lavoro in studio. Propongono folk rurale e bluegrass (ma shakerato con hillbilly, ragtime blues, country, stomp, old-time music) con attitudine rock’n’roll (te li immagineresti contadini rozzi e barbuti, in realtà hanno un look alla Black Rebel Motorcycle Club), in un trionfo di vitalità e allegria campagnola in cui si rincorrono con maestria banjos, fiddles, chitarre, mandolini, dobro. Regala un brano Bob Dylan, dalle outtakes di Pat Garrett & Billy The Kid, album col quale si nota più di qualche affinità. Già tra i campioni del neo-traditional folk.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Sweet Amarillo, Dearly Departed Friend, Brushy Mountain Conjugal Trailer



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