lunedì 5 gennaio 2015

BEAR'S DEN, DEVON ALLMAN, HOZIER


BEAR'S DEN (2014) Islands
Giovane trio londinese dalla scrittura e strumentazione (chitarra, banjo, basso, batteria arricchiti qua e là da una sezione fiati e da timidi, occasionali spunti elettronici) di impronta indie-folk, ha fatto tesoro degli opening acts per Of Monsters And Men, Smoke Fairies e soprattutto Mumford & Sons per esprimere un esordio a loro (e ancor di più ai Fleet Foxes) debitore per ispirazione ma molto, molto ben scritto ed interpretato. Su un tappeto di malinconia diffusa emergono tratti epici più contenuti rispetto ad OMAM, una vivacità meno concitata dei M&S, una maggior orecchiabilità rispetto a SF, ed un’anima profondamente albionica che li distingue dagli ancora inarrivabili Fleet Foxes. Uno sleeper, un album che cresce, penetra e conquista ascolto dopo ascolto. A mio avviso il debutto dell’anno, ed un gruppo da seguire con molta attenzione.
Voto Microby: 8.3
Preferite: Agape, Above The Clouds of Pompeii, Bad Blood
 
 
DEVON ALLMAN (2014) Ragged & Dirty


Il figlio di Gregg e nipote di Duane non sente il peso del DNA e si conferma, al secondo disco da solista (senza aver chiuso l’attività parallela col supergruppo sudista Royal Southern Brotherhood), cavallo di razza. Eccellente chitarrista (sia ritmico che solista), vocalist personale (voce potente e nasale, già un marchio), e compositore valido, fantasioso e dalle molteplici ispirazioni: il suo southern rock si nutre di rock, soul, blues, funky, honky tonk. Impossibile non battere il piede o scuotere la testa: una garanzia dal vivo e un futuro assicurato tra i giganti del southern rock. Per usare dei termini genetici: il DNA familiare ha avuto in Devon una penetranza completa ed un’espressività assai elevata.
Voto Microby: 8
Preferite: Can’t Lose ‘em All, Half The Truth, Travelling
 
HOZIER (2014) Hozier
Il ventiquattrenne irlandese Andrew Hozier-Byrne dimostra all’esordio di possedere le qualità di scrittura ed interpretazione e la personalità necessarie per conquistare e mantenere successo ed esposizione mediatica. Lo fa senza inventare nulla, ma proponendo un pop orecchiabile figlio di Elton John e fratello di James Blunt e Gavin DeGraw, ma corposamente scaldato dalla negritudine irlandese: quindi soul, R&B, gospel e blues corali, perfetti in chiesa ma anche allo stadio. Nelle charts potrebbe rappresentare il contraltare maschile, meno elegante e più popolare, di Adèle.
Voto Microby: 7.6
Preferite: Take Me To Church, From Eden, Someone New




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