POPS STAPLES (2015) Don't Lose This
“Don’t Lose This”, pare abbia detto poco prima di morire Roebuck “Pops” Staples alla figlia Mavis, riferendosi ad un pugno di canzoni da lui scritte ed interpretate, ma ancora incomplete. Quindici anni dopo Mavis soddisfa il desiderio paterno arrangiandole, sovraincidendole e pubblicandole con l’aiuto del Wilco Jeff Tweedy a chitarra, basso e produzione e di suo figlio Spencer alla batteria. Il risultato è il noto, tipico, ammaliante blend di blues, soul e gospel ben caratterizzato dalla voce morbida e tremula del grande vecchio, e dal suono vellutato e riverberato della sua chitarra amplificata. Siamo agli opposti del rock-blues bianco, torrido e torrenziale, good to hell, alla Popa Chubby, Joe Bonamassa, Stevie Ray Vaughan. In Pops Staples il blues è inscindibile dall’educazione al gospel in chiesa, è più soul, per l’anima, piuttosto che body, per il corpo. E’ good to heaven. Non ho mai sopportato il puro blues acustico del Delta, che trovo triste e noioso, ma amo quello di Pops Staples, che culla e rasserena, anche quando è postumo.
Preferite: Friendship, Somebody Is Watching, Love On My Side
WILLIE NILE (2015) If I Was A
River
Emblema
del beautiful loser,
il cantautore nato Robert Anthony Noonan a Buffalo, New York, e noto
agli esordi nei primi anni ’80 come il “piccolo Springsteen” (a
sottolineare la statura fisica ed i live acts infuocati), ci ha
abituato a prove per lo più da singer-songwriter chitarristico
elettrico ed urbano, mai meno che buone (e spesso eccellenti). Ma nei
suoi albums hanno sempre trovato spazio pregevoli ballate pianistiche
(chi ricorda all’esordio nel 1980 la splendida Across
The River?), nell’ambito di quello che
allora veniva classificato come Asbury Park
Sound. Sorprendentemente il piccolo folletto
elettrico, dal ciuffo rockabilly sui capelli tinti ed ancora tanta
energia da vendere a 66 anni (ogni estate torna sui palchi italiani,
ed è da non perdere), passa dal blue collar
rock ad un disco acustico di pure ballads
pianistiche (con misurati interventi di
chitarra o banjo o violino) e risulta sempre sincero, appassionato,
intenso come nelle struggenti ballate del vero Boss.
Voto
Microby: 7.6Preferite: Lost, The One You Used To Love, Once In A Lullaby