Mi sento in dovere di spiegare la mia delusione verso questa fase della vita musicale di Nello il Giovane. Effettivamente la lunga carriera di NY è di regola difficilmente inquadrabile: l’imprevedibilità è sempre la sua caratteristica principale. Fin dai primi anni canadesi in giro con la sua auto da becchino (ed un repertorio anni ’50) e successivamente al Greenwich Village (passato come tutti in quegli anni a riprendere tutto quello che faceva Bob Dylan) le sue idee erano piene di energia e sempre differenti. Passato in California e incontrato Stephen Stills, fondò i Buffalo Springfield ma dopo un disco e dopo avere scritto anche qualche brano niente male (Broken Arrow per esempio) si stufa e assieme a Ralph Molina mette insieme i Crazy Horse, band prediletta con cui già in quegli anni scriverà alcuni tra i brani ancora nel suo repertorio: Cinnamon Girl, Cowgirl in the sand su tutti.
Era il 1969 e in quegli anni Crosby, Stills and Nash andavano alla grande: allora NY si inventa un doppio lavoro suonando un po' con i suoi Crazy Horse ed un po' con CSN (che per l’occasione diventano CSNY). Anche con loro si dà molto da fare e scrive probabilmente le migliori canzoni del gruppo (Helpless e Ohio). Grande successo con entrambi i gruppi: NY non si ferma mai, lascia perdere CSN e con i Crazy Horse scrive After The Gold Rush (con un giovanissimo Nils Lofgren alla chitarra…) seguito da Harvest suonato invece con un pugno di musicisti di Nashville, responsabili dell’impronta country acustica di quel lavoro. Harvest è sicuramente il suo capolavoro, così intimo e melodico e seminale per tutta una serie di musicisti dell’epoca (James Taylor, Linda Rondstadt che non casualmente partecipano al disco), e peraltro unico suo disco salito al numero 1 delle classifiche USA.
Dopo lavori così solari eventi personali (amici e compagni musicisti persi per droga) lo fanno cadere nella tristezza più profonda: i successivi tre album dal ’73 al ‘75 sono quelli della Ditch Trilogy che comprendono Time Fades Away, On the Beach e Tonight’s the night. On the Beach in particolare è un album intenso, eccentrico quasi apocalittico, con alcuni grandissimi pezzi (Ambulance Blues, Vampire Blues e Revolution Blues: tutti brani con “blues” nel titolo ma che peraltro di blues non hanno un bel niente..). Arriviamo al suo ottavo album, Zuma (quello di Cortez the Killer): per l’occasione riallaccia i rapporti sia con i Crazy Horse, che lo accompagnano nel lavoro, che con i vecchi amici Nash, Crosby e Stills (con cui pubblica Long May You Run) prima di partecipare all’addio della Band (The Last Waltz) nel 1976, evento che rischia di rovinare perché era in momento di assoluta dipendenza dalla cocaina (Martin Scorsese ne ritocca il viso durante l’esecuzione di Helpless perché la droga gli colava dal naso).
Seguono American Stars ’N Bars del 1977 (con la psichedelica Like a Hurricane), Comes a Time del 1978 (con Lotta Love insieme a Nicolette Larson) ed infine Rust Never Sleeps sempre del 1979, testimone del lungo tour omonimo e con qualche brano nuovo (Hey Hey, My My). Erano gli anni del punk, della new wave e della morte di Elvis Presley: in una sorta di adesione ai nuovi standard musicali, alla facciata tradizionalmente acustica ne appaia una aggressivamente rock e chitarrosa. Un album carico in cui mostra di avere sposato almeno in parte l’energia e l’entusiasmo di quegli anni e grazie al quale recupera l’interesse anche dei rocker più giovani. Neil è felice, si sposa con Pegi ed ha un figlio, Ben. Purtroppo il figlio nasce tetraplegico (anche il primogenito Zeke avuto molti anni prima era nato con problemi neurologici): forse questo è l’evento limite, quello che ne condiziona e ne condizionerà per sempre l’ispirazione. A mio parere il vero NY si ferma qui: da quel momento in poi non fa altro che bruciare il proprio passato passando dal country-western al rockabilly, dall’elettronica al blues, dallo swing al R&B. Cosa salvo del periodo post 1979? Il rock elettrico di Freedom (1989), qualcosa di Harvest Moon (1992), di Chrome Dreams II (2007) e di Psichedelic Pill (2012). Poi è solo nebbia.
A seguire (tempo permettendo) la lista dei migliori brani della sua vita musicale (siete tutti invitati a partecipare).