lunedì 9 novembre 2015

Recensioni: Blitzen Trapper, Elizaveta, Glen Hansard

BLITZEN TRAPPER - All across this land (2015)
Dopo 15 anni di musica e 8 album, il quintetto di Portland riesce sempre ad entusiasmare con il suo country-rock (più rock che country) anni ’70, fortemente ancorato ai modelli di quegli anni (Thin Lizzy, Flying Burrito Brothers, John Prine e compagnia bella) ma secondo espressioni sempre innovative alla maniera di Drive-By Truckers, John Mellencamp e Black Crowes. In un certo senso questo album è forse il più convenzionale della loro carriera ma è anche quello in cui si avverte la compiuta realizzazione della band in quanto tale. I brani migliori: Cadillac Road, Let the Cards Fall, Across the River. Voto: ☆☆☆1/2

ELIZAVETA - Messenger (2015)
Al suo secondo lavoro (terzo se consideriamo anche l’EP “Hero” del 2014), la cantante russo-americana conferma di essere una musicista e compositrice assolutamente brillante. Non vi sono dubbi che il modello più immediato sia sempre più Regina Spektor: la sua voce sottile, potente ma non prepotente, fa da filo conduttore al suo pop ricco di riferimenti classico-operistici e soul-elettronici. La sua formazione musicale riesce a evitare il rischio di ripetitività: ne risulta un cocktail di stile e abilità compositiva di qualità sopraffina. Si riascolti anche il precedente, splendido, Beatrix Runs del 2012. A parte il primo brano, esageratamente adorno di drum beats elettronici, il resto dell’album è caldo e d ammaliante. Brani migliori: Icarus, Satellite, These Stupid Games. Voto: ☆☆☆1/2

GLEN HANSARD - Didn't He Ramble (2015)
Negli anni passati di lui ci si ricorda per la partecipazione al film “The Commitments” (era il chitarrista rosso di capelli) e per la 25ennale esperienza come frontman dei Frames, autori di un buon numero di dischi interessanti, anche se mai ricordati per grandi successi.  La svolta avviene nel 2008 con la partecipazione al film “Once” e la conquista dell’oscar come migliore canzone in coppia con Marketa Irglova. Abbandonato dopo pochi anni il sodalizio con la Irglova (gli Swell Season), il 45enne cantautore irlandese è al suo secondo album solista, a 3 anni dal precedente “Rhythm and Repose”. In questo nuovo lavoro GH conferma la sua musicalità elegante, raffinata ed evocativa, con un folk-pop  dagli aromi irish e soul che si pone da qualche parte tra Springsteen, Bob Dylan, Ben Harper, Van Morrison e Damien Rice. Brano chiave è senza dubbio Lowly Deserter, con violini, banjo e fiati che sembrano usciti dalle Seeger Sessions di Bruce Springsteen.

Sta decisamente diventando uno dei più interessanti cantautori della nostra epoca. Da ricordare: Lowly Deserter, My Little Ruin, Just to Be the One. Voto: ☆☆☆☆

2 commenti:

microby ha detto...

ELIZAVETA: avevi recensito molto positivamente anche il precedente del 2012, ma ahimè Luca allora come oggi non riesco a trovare gli album di Elizaveta. Così come, per esempio, il Clay Cook che è da tempo tra i consigliati del nostro blog...

microby ha detto...

GLEN HANSARD : Strano che un musicista dall’esperienza più che ventennale come Glen Hansard sia cascato in una produzione patinata, che non rendeva giustizia alla bontà della scrittura, nel precedente lavoro Rhythm And Repose, il primo vero “solo” dopo l’esperienza Frames ma soprattutto The Swell Season con Marketa Irglova. Ma finalmente ora esprime tutto il suo potenziale, che lo distingue dai cantautori solo intimi (pur esprimendosi anche, con plauso, in tal senso) per colorarsi di folk irlandese, di soul vanmorrisoniano, di R&B di matrice New Orleans, di romanticismo non melodrammatico (perfino un arrangiamento bachariano in Just To Be The One). Ricordi Luca l’incipit di The Committments? “Gli irlandesi sono i più neri d’Europa. I dublinesi sono i più neri d’Irlanda. I nord-dublinesi sono i più neri di Dublino”. Glen Hansard deve essersene ricordato ed ha espresso a piene mani la sua negritudine irlandese in questo splendido album, decisamente il migliore della sua carriera. Speriamo sia solo il primo di tanti.
Voto Microby: 8.5
Preferite: Lowly Deserter, Her Mercy, My Little Ruin

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