A
THOUSAND HORSES (2015) Southernality
Bel
debutto su lunga distanza per la band del Tennessee guidata dalla
voce roca e maschia di Michael Hobby e dalla calda tecnica del lead
guitarist Bill Satcher. Nonostante l’origine, il country di
Nashville resta confinato a qualche tocco di chitarra acustica e di
slide, mentre il titolo del lavoro non lascia equivoci circa
l’orientamento musicale: puro southern
rock in stile Black
Crowes e Lynyrd
Skynyrd, con una forte propulsione
mainstream grazie a
spunti hard alla Aerosmith, a ballads in odore Bon Jovi, a parentesi
country-pop che
li affianca a Blackberry Smoke e Whiskey Myers tra i nomi da tenere
d’occhio riguardo al nuovo rock sudista. Prodotti da Dave Cobb (già
dietro la consolle di Jason Isbell, Chris Stapleton, Anderson East):
altra garanzia di qualità.
Voto
Microby: 7.8
Preferite:
First
Time, Smoke, (This Ain’t No) Drunk Dial
JESSE MALIN (2015) New York
Before The War
Nove
album, mai meno che buoni, in una carriera da solista iniziata nel
2003 per il 47enne cantautore rock newyorkese. Non ha mai raggiunto
il grande pubblico ma il suo power pop/rock
urbano, spesso teso e notturno nei brani
più aggressivi e da prime luci dell’alba nelle ballads, non ha mai
smesso di affascinare chi ama Tom Petty,
Bruce Springsteen, Elliott Murphy, suoi
riferimenti musicali. Con uno stile, e forse sta qui il fascino
inattuale del nostro, che passa indifferentemente attraverso gli anni
’60, i ’70, gli ’80, sempre colpendo nel segno. Una conferma.
Voto
Microby: 7.6
Preferite:
The
Dreamers, She’s So Dangerous, Freeway
CHAMPS
(2015) Vamala
I
due fratelli David e Michael Champion
dall’isola di Wight bissano l’esordio dello scorso anno con il
loro folk-pop
gentile, caratterizzato da melodie soavi ed armonie a 2 voci
pre-adolescenziali (se non efebiche) che ricordano la scrittura di
Simon & Garfunkel,
evitando il calligrafismo alla Milk Carton Kids grazie ad
arrangiamenti che intrecciano il folk del duo sixties con il pop
degli eighties. In punta di piedi, come già hanno fatto The
Lilac Time e The
Beautiful South, ma anche il new acoustic
movement nei ’90 (Kings of Convenience),
ma con un tocco di elettronica delicata che li fa galleggiare in modo
atemporale. Piacevoli nella loro innocente leggerezza, decisamente
cinematici e con un sacco di potenzialità ancora inespressa.
Voto
Microby: 7.4
Preferite:
The
Balfron Tower, 3000 Miles, Running
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