Non succede di frequente che i side-project siano più ambiziosi delle band originali, ma questo è sicuramente il caso per i LSP, frutto della collaborazione tra Alex Turner (Arctic Monkeys) e Miles Kane (Rascals), coadiuvati per l’occasione da James Ford (Simian Mobile Disco) e Zach Dawes (Mini Manions). Già nel precedente “The age of understatement“, di 8 anni fa, il loro recupero del pop sinfonico di Scott Walker e David Bowie modulato dalla London Symphony Orchestra aveva pescato nel baroque-pop anni ’60 con un tocco gentile e delicato. In questo lavoro le lancette vengono spostate di una decina di anni più avanti e, accanto a brani più spiccatamente brit-pop si avvertono echi di maggiore intensità con rimandi ai Television o, più modernamente ai Foals. Un buon disco, forse meno intenso e geniale del precedente ma con quel tocco retrò di sempre piacevole compagnia. Da ascoltare: Bad Habits, The Dream Synopsis, Aviation. Voto: ☆☆☆1/2
Willie Nile di sicuro non è uno che inflaziona il mercato discografico visto che in 36 anni di carriera ha fatto solo una decina di album, iniziando come una grande promessa del rock con il suo album omonimo. Era lo stesso anno di The River, del suo vicino del New Jersey: il suo disco successivo, meno bello del precedente, fu poi seguito da una ventina d’anni di silenzio (salvo il bellissimo Places I Have Never Been) per varie beghe contrattuali, e questo sicuramente ne danneggiò in modo irreparabile la carriera. Dal 2006 è tornato a fare sul serio e ha ripreso il suo stile fatto di rock al fulmicotone alternato a ballate intense e profonde. Con quest’ultimo album il suo sano lato rock torna a vivere grazie alle generosi dosi di elettricità ed adrenalina. Un disco divertente, di buon sano e vecchio rock’n’roll. Da ascoltare: Forever Wild, Let’s All Come Together. Voto: ☆☆☆1/2
Chissà perché molti pensano che tra i 4 CSNY, Graham Nash sia il più sfigato. Ok, va bene, Neil Young è di un altro livello, ma vorrei ricordare che è lui è quello che ha scritto Marrakesh Express, Teach your children, Our House, Cathedral, Just a Song Before I Go, Wasted on the Way, Chicago. Da solo indubbiamente non si è mai dato molto da fare visto che si contano solo 5 album prima di quest’ultimo, partendo dallo stupendo Song for Beginners del 1971. Si dice che questo lavoro coincida con un grosso cambiamento di vita visto che sembra abbia litigato con l’amico di una vita David Crosby e che, questo è sicuro, abbia lasciato la moglie per una giovane fotografa newyorkese.
L’album appare un po' meno riuscito del precedente bellissimo Song for Survivor del 2002 ma le atmosfere date dai suoi consueti arpeggi acustici e le sofisticate melodie folk sono come sempre ben fatte e arrangiate con classe. Da ascoltare: Myself at Last. Voto: ☆☆☆.
1 commento:
THE LAST SHADOW PUPPETS : Voto Microby: 7.2
Preferite: Aviation, Miracle Aligner, Dracula Teeth
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