sabato 13 agosto 2016

Recensioni: Royal Southern Brotherhood, John Illsley, Felice Brothers

ROYAL SOUTHERN BROTHERHOOD - The Royal Gospel (2016)
Quarto album della band sudista, rispetto al precedente perdiamo Charlie Wooton e Duane Allman ma ci sono sempre Cyrill Neville (uno dei fratelli) e Tyrone Vaughan (nipote del grande Stevie Ray) e inoltre c’è l’aggiunta del tastierista Norman Caesar che con il suo hammond aggiunge un’impronta gospel soul al suono della band. L’inizio del disco è fulminante con il rock energico di “Where there’s smoke there’s fire” ma soprattutto con la stupenda “Blood is thicker than water” con soul, R&B, funky ma soprattutto blues-rock di grande spessore.
Un bel disco, con uno spirito funky che permea il suono delle sempre poderose ed energiche chitarre southern-rock.  Voto: ☆☆☆☆

JOHN ILLSLEY - Lond Shadows (2016)

Illsley è stato il bassista dei Dire Straits e l’unico membro della band ad essere presente in tutti i loro dischi (insieme a Mark Knopfler, ovviamente). Sicuramente si deve a questo il suo essere per sempre testimone del sound del suo gruppo originario. Già nel precedente “Streets of Heaven” del 2010 la sonorità knopfleriana del disco, unita alla voce sussurrata decisamente simile a quella del maestro (anche se in assoluto non avvicinabile a quella di Mark) avevano fatto pensare ad un recupero di qualche brano rimasto nella memoria del tempo, soprattutto del periodo da Private Investigations in poi. La base è un country-folk con virate verso un rock più acceso o a tratti verso atmosfere western-rock.  Un disco particolarmente gradito soprattutto per gli amanti dei Dire Straits. Da ascoltare: Long Shadows. Voto: ☆☆☆

FELICE BROTHERS - Life in the Dark (2016)


Band originaria dello stato di New York, comprende ormai solo due dei tre fratelli (Ian e  James) visto che Felice da tempo ha lasciato il gruppo per una carriera in parte solista, in parte con i The Duke and the King.  Sonorità Nashvilliane e Dylaniane del periodo dei Basement Tapes accanto a ballate country-bluegrass & western-folk, permeano l’intero disco, con atmosfere decisamente vintage. Il disco si rivela tuttavia noioso e decisamente anonimo, alla perenne ricerca della mitologia dylaniana e senza spunti di originalità. Voto: ☆

1 commento:

microby ha detto...

ROYAL SOUTHERN BROTHERHOOD : Il supergruppo di base a New Orleans perde pezzi da novanta (i chitarristi Devon Allman e Mike Zito) e ne acquista di meno famosi ma (quasi) altrettanto bravi. Nel consueto cocktail southern di rock, blues, R&B, soul, gospel l’ultimo album perde una quota rock, mantiene inalterata quella blues ed aumenta sensibilmente il tasso soul/funky. Ma nonostante le straordinarie capacità tecniche e l’indubbia originalità del progetto, il capolavoro tarda ad arrivare.
Voto Microby: 7.4
Preferite: Blood Is Thicker Than Water, Spirit Man, I’m Comin’ Home

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