HURRAY FOR THE RIFF RAFF (2017)
The Navigator
Quella di Alynda Segarra,
fondatrice e forza propulsiva del collettivo multietnico Hurray
For The Riff Raff di stanza a New Orleans,
non è una storia
comune della diaspora latinoamericana. Cresciuta nel Bronx da
immigrati portoricani ed educata musicalmente a base di punk, slam e
queer poetry, a 17 anni se ne va di casa e per qualche anno fa una
vita da hobo saltando
di treno in treno su e giù per il Nordamerica con un gruppo di
hippies, fino a fermarsi nell'unica città che è il crogiolo della
cultura meticcia del sud degli USA, con la sua convivenza naturale di
soul, folk, afro, blues, caraibi, rock,
jazz: New Orleans. Qui dà vita agli
Hurray For The Riff Raff ma è solo al quinto album (l'interessante
Small Town Heroes del
2014) che riesce finalmente a fondere in modo originale tutte le
influenze raccolte in una vita agitata. Con il successivo, l'attuale
The Navigator, dà
ragione ai critici che l'avevano osannata tre anni prima
superandosi con un concept album che ripercorre le esperienze di una
ragazza immigrata negli USA e
vagabonda come lei. Musicalmente vario, senza un brano debole (ma
purtroppo anche senza una canzone che buchi le radio mainstream), il
disco è quanto di meglio possa ascoltare chiunque sia interessato al
melting pot culturale che caratterizza il sud-est degli States:
musica black e white, con la naivetè folk e l'urgenza punk, le
riminiscenze gospel/soul ma anche il romanticismo rock del Bronx, la
cadenza campagnola ed i ritmi urbani, il son cubano e la bomba
portoricana, la poesia delle strade e la libertà degli hobos. Un
lavoro splendidamente attuale perchè non è pura rivisitazione delle
radici, ma contestualizzazione delle medesime: "The Navigator is
a record where the past informs the present instead of the present
preserving the past" (Stephen Thomas Erlewine, All Music).
Voto Microby: 8
Preferite: Rican
Beach, The Navigator, Fourteen Floors
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