martedì 3 ottobre 2017
Tom Petty: Uno dei più grandi.
Se ne è andato anche lui. Non riesco ancora a crederci: Petty era uno delle mie leggende personali, uno di quelli che non puoi credere che un giorno o l'altro debbano lasciare questa valle di lacrime.
Nato in Florida a Gainesville e cresciuto a pane e rock'n'roll viene segnato da Dylan, Presley e soprattutto da Roger McGuinn dei Byrds e Don Felder degli Eagles, il cui suono è uno dei segni distintivi del suo primo gruppo, gli Epic, che diventeranno poi Mudcrutch e infine gli Heartbreakers.
Il modo migliore di ricordarlo è quello di ripercorrere la sua produzione artistica ed andare ad ascoltarcelo ancora di più.
Tom Petty & The Heartbreakers (1976). Voto: ☆☆☆☆ Esordio migliore non ci poteva essere. Un ottimo disco di puro rock'n'roll con un paio di classici assoluti (American Girl e Breakdown) ma nonostante tutto l'album è un mezzo insuccesso (eravamo in pieno periodo punk-rock).
You're Gonna Get It (1978). Voto: ☆☆ La crisi del secondo album è una costante del rock. Per fortuna il disco vende un pò di più (trascinata dal singolo Listen to your heart) ma non abbastanza per farlo conoscere.
Damn the Torpedoes (1979). Voto: ☆☆☆☆☆ Capolavoro assoluto. Uno splendido disco di rock puro con brani quali Refugee, Even the Losers, Don't Do Me Like That e Here Comes my Girl ed in cui il suo sound comincia a caratterizzarsi sempre di più, diventando identificabile.
Hard Promises (1981). Voto: ☆☆☆ Un album discreto con qualche brano interessante e senz'altro migliore del successivo Long After Dark (1982). Voto: ☆☆ Ok, erano gli anni '80, ma un disco quasi elettronico non si poteva digerire da Petty! In ogni caso il brano You Got Lucky è sicuramente uno dei suoi classici.
Southern Accent (1985) Voto: ☆☆☆ è un album altalenante con un paio di brani che diventeranno cavalli di battaglia nei live (Don't Come Around Here no More e Rebels).
Pack up the plantation! (1985). Voto: ☆☆ E' un disco live senza particolari sussulti (a parte il duetto con Stevie Nicks "Needles and Pins") ed anche il successivo disco in studio Let me up (I've had enough) (1987) Voto: ☆☆ è un pò sottotono ma poi c'è l'incontro con Bob Dylan che lo coinvolge dei Traveling Wilburys e lo introduce a Jeff Lynne che collaborerà con lui nel magnifico Full Moon Fever (1989). Voto: ☆☆☆☆☆, altro disco fantastico con alcuni brani magnifici (Free Fallin', Yer So Bad, I Don't Back Down). La grande ispirazione continua con Into the Great Wide Open (1991). Voto: ☆☆☆☆ con la bellissima title-track e un altro classico (Learning to Fly). Petty continua a girare il mondo ed i suoi concerti sono all'altezza dei grandissimi: si pensi al film di Bogdanovich del 2007 che ha provato a documentarne la forza espressiva....
I successivi dischi sono Wildflowers (1994)Voto: ☆☆☆ con le bella Hard on Me, It's Good to Be King e Wake Up Time, She's the one (1996) Voto: ☆☆, Echo (1999) Voto: ☆☆☆, il mediocre The Last DJ (2002) Voto: ☆☆, Highway Companion (2006) Voto: ☆☆, disco decisamente cantautorale in chiaro omaggio a Dylan e Neil Young, Mudcrutch (2008) Voto: ☆☆☆, lo psichedelico e vintage-blues Mojo (2010) registrato in presa diretta Voto: ☆☆☆☆, Hypnotic Eye (2014) Voto: ☆☆ (Sorry Microby, so che ti era piaciuto molto...), Mudcrutch 2 (2016)Voto: ☆☆☆☆.
Dio mio come ci manchi.
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1 commento:
Grazie Luca per il sentito ricordo del nostro amatissimo Tommaso e la bella carrellata sul suo percorso artistico: concordo con le stelle ai singoli album, eccetto che sarei stato più generoso con Wildflowers, Echo ed ovviamente Hypnotic Eye :-). Quest'ultimo (in tutti i sensi...) mi piace molto (pur non essendo un capolavoro) anche riascoltato ora: ha un piglio rock simile agli esordi e curiosamente è stato l'unico disco di TP a conquistare il numero uno delle charts americane. Tra le curiosità, non so se ricordi che i primi 2 albums di TP portavano in copertina lo sticker con la scritta "punk!" (come ricordavi si era in quel clima), risibile già allora: stessa sorte ricordo era toccata ai primi 2 dischi dei Talking Heads, così come rammento che la recensione della rivista italiana di musica allora più diffusa (non si fanno nomi nè prigionieri!)del capolavoro "More Songs About Buildings And Food" fu di stroncatura con la sentenza "punk all'acqua di rose" !!
Beh... Tom Petty è da tempo ben oltre le mode e le catalogazioni: è un mattone fondamentale della storia della "nostra" musica e ci mancherà tantissimo. Per finire sorridendo: ancora così giovane che in Italia non avrebbe ancora la pensione! So long, Tom.
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