JACK
SAVORETTI (2019) Singing To Strangers
Dal 2015 di “Written
In Scars”, quando
il cantautore italo-inglese (nato a Londra da padre genovese) ha
cominciato ad ottenere un discreto riscontro commerciale in virtù di
arrangiamenti decisamente più radiofonici, le recensioni dei suoi dischi sono
scomparse dai blog di appassionati pop-rock per comparire nelle
pagine delle riviste più disimpegnate e modaiole. Eppure la
scrittura di testi e melodie non ha mai perso un grammo della sua
intensità, e la sua voce abrasiva ed appassionata resta tra le più
belle del genere. E nei concerti raccoglie consensi pressochè
unanimi. Con quest’ultimo album non riesce ancora a personalizzare
musicalmente la propria penna, ma quantomeno la focalizza in un
periodo temporale ben preciso, che va dalla
fine degli anni ’70 all’inizio degli ’80.
Importante l’influenza della musica
leggera italiana
(di spessore) dei seventies,
con arrangiamenti per archi alla Luis Bacalov sebbene a volte troppo
enfatici (da sempre un suo difetto), ma evidente anche la lezione di
Ennio Morricone (Candlelight),
di Barry White (What
More Can I Do), di
Nancy Sinatra (Dying
For Your Love, Beginning of Us),
di Bonnie Tyler (Touchy
Situation, Greatest Mistake),
della disco dei primi ’80 (Youth
and Love, Simmetry),
ma anche del cantautorato inglese che va da Cat Stevens a James Blunt
(Thinghs I Thought
I’d Never Do, Going Home).
Personalmente mi compiaccio che Savoretti abbia abbandonato gli
arrangiamenti eighties
pacchiani delle precedenti uscite, ma dubito che la scelta attuale
possa piacere ai rockettari, così come agli appassionati di easy
listening
contemporaneo. La toccante versione di “Vedrai
vedrai” di Luigi
Tenco (cantata in italiano, che il nostro parla da madrelingua),
posta come bonus track in chiusura della Deluxe Edition, lascia
intuire che il nuovo Giovanni Edgar Charles Galletto “Jack”
Savoretti potrebbe spaccare tra il pubblico dei 40-60 anni. Non suoni
come una pecca.
Voto
Microby: 7.3
Preferite:
Dying
For Your Love, Better Off Without Me, Candlelight
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