martedì 3 novembre 2020

GORDI


GORDI (2020) Our Two Skins

L’esordio discografico nel 2017 nei panni (stretti) di una singer-songwriter dedicata alla folktronica (forse scontata, viste le contingenti collaborazioni/tours con Bon Iver, Troye Sivan, Asgeir), quindi una lunga pausa per gestire la chiusura della relazione col fidanzato storico e l’inizio di un rapporto omosessuale, ma soprattutto il conseguimento della laurea in medicina e l’inizio del lavoro al Prince of Wales Hospital di Sidney. E riecco l’attuale 27enne Sophie Payten, in arte Gordi, con un nuovo e più compiuto album. Le influenze precedenti non sono andate perse, e la scelta degli arrangiamenti musicali ha ancora privilegiato una sottile tessitura elettronica ad abbracciare semplici accordi di pianoforte o di chitarra semiamplificata, con la batteria a dare ritmo alla metà dei brani dall’impianto più pop. Pop nell’accezione di Bon Iver o Iron & Wine, dal momento che le canzoni della cantautrice australiana hanno il passo composto e delicato di Beth Orton e l’impalcatura strumentale del Justin Vernon più orecchiabile. Brani pacati, intimi, riflessivi, già ora apprezzabili e con varie possibilità di evoluzione futura: indie-pop, folktronica, mainstream pop, folk, avantgarde. Compresa quella di fare il medico a tempo pieno.

Voto Microby: 7.6    

Preferite: Sandwiches, Extraordinary Life, Unready

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