lunedì 19 aprile 2021

BLACK COUNTRY, NEW ROAD (2021) For The First Time


Genere
: Post-rock, Alternative rock

Simili: Slint, June of 44, Can, King Crimson

Voto Microby: 8

Preferite: Instrumental, Athens-France, Sunglasses

La prima domanda sorge immediata già al primo ascolto: come è possibile che un gruppo di quattro maschi e tre femmine appena ventenni sciorini una cultura musicale così vasta ed in disprezzo delle regole del mainstream imperante? L'ensemble di stanza a Londra ma di origine del Cambridgeshire presenta in effetti facce pulite da nerd (tipo Alt-J) ed esibisce idee a profusione supportate da ottima perizia tecnica, per un genere musicale che la richiede. Perchè invece che synth-pop anni '80 i sette musicisti (due chitarre e voce, basso, batteria, tastiere, sassofono, violino) vanno come ogni millennial alla riscoperta delle radici della musica rock e finalmente approdano agli anni '90, gli anni in cui la musica bianca proponeva il grunge ed il post-rock. Ed è a quest'ultimo genere che i nostri si rivolgono, tanto che l'aggancio di stile con Slint e June of 44 appare spontaneo. Il bello è che i magnifici sette non si fermano lì: perchè contaminano il loro post-rock chitarristico con matrici kraut/math rock alla Can, prog (distonico alla Van Der Graaf Generator e avant-prog alla King Crimson), nu-jazz alla The Comet Is Coming, alternative-rock alla Pere Ubu e Tuxedomoon, e ci aggiungono pure influenze klezmer (la musica degli ebrei askenaziti dell'Europa orientale). E lo fanno molto bene. Cresciuti al Windmill di Brixton, pub/live venue epicentro del nuovo movimento art/post-rock (da lì vengono Squid, black midi, Fat White Family, Shame tra gli altri), esibiscono già dalla ragione sociale l'origine del loro approccio dark moderno e schizofrenico alla musica (Black Country è l'area industriale fitta di miniere di carbone, fonderie, acciaierie e ciminiere: una regione inquinata, plumbea, rumorosa ed alienante). Con alcuni membri della band formati presso la prestigiosa Guildhall School, ed altri candidamente autodidatti, i BC,NR propongono sei lunghi brani per 40 minuti di "post-rock soundscapes with jazz-inflected post-punk" (dalla nota stampa della Ninja Tune, etichetta famosa per la produzione di musica elettronica ma che per i BC,NR ha fatto un'eccezione). In effetti se un difetto ai londinesi d'adozione va trovato, oltre ad una certa mancanza di ironia, è che sono una sorta di frullatore di revisionismo moderno: "i BC,NR mischiano talmente tanti suoni, idee ed influenze da suonare come 100% derivativi e come completamente innovativi nello stesso tempo" (Deerwaves). La loro imprevedibilità è ben al di sopra della media di un genere comunque destrutturato come il post-rock, ed esprime tensione, nervosismo, inquietudine, ansia grazie a chitarre spigolose, ritmi spezzati, fiati un po' afro un po' free un po' klezmer ("musica da festa che suona triste" per usare le parole del sassofonista Lewis Evans). L'effetto è fin dall'incipit strumentale trascinante, potente, teatrale, tossico, e lo stesso spoken word (più che canto) di Isaac Wood è sofferto, fragile ed insieme intenso. I suoi testi sono onirici e surreali come da lezione dei generi citati, trattano della circolarità della vita e delle relazioni (e lo stesso intero album ha struttura circolare che si apre e chiude col medesimo tema e suono klezmer), e non mancano del citazionismo spinto da nerd della pop culture. Non di solo post-punk alla Idles, Fontaines D.C., Protomartyr, Viagra Boys, Iceage, Sleaford Mods vive la nuova ondata rock europea. I Black Country, New Road cercano il confronto con il rock intellettuale dello scorso mezzo secolo. For The First Time è un album non perfetto, ma è proposto dalla band finora più sorprendente del 2021.

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