venerdì 6 agosto 2021

THE BLACK KEYS (2021) Delta Kream


Genere
: Blues elettrico, Rock-blues, Hill Country Blues

Simili: North Mississippi Allstars, Devon Allman, Cedric Burnside

Voto Microby: 7.5

Preferite: Going Down South, Coal Black Mattie, Poor Boy A Long Way From Home

Al duo di Akron va riconosciuto il merito, con White Stripes e Jon Spencer Blues Explosion tra gli altri, di avere agito da testa d’ariete nel riportare all’attenzione degli ascoltatori giovani il blues, spogliato degli abiti tradizionali e sporcato invece con l’indie garage-rock bianco. In vent’anni Dan Auerbach e Patrick Carney hanno spostato le loro traiettorie verso l’airplay radiofonico senza mai vendersi né cercare soluzioni moderne alla loro personale contaminazione con la musica del diavolo. Fino alla svolta attuale che li catapulta in totale territorio blues. Per essere precisi, non un omaggio al Delta Blues, come potrebbero trarre in inganno la copertina e il titolo dell’album, ma all’Hill Country Blues, tipico della regione ad est dell’Interstate-55 e del Delta del Mississippi. Non una questione di lana caprina, dal momento che il Delta Blues chitarra/armonica di Robert Johnson e John Lee Hooker è stato portato a Chicago, elettrificato e reso famoso già negli anni ‘50 da Muddy Waters & Co. fino alla consacrazione mondiale e giovanile bianca con i Rolling Stones, mentre l’Hill Country Blues è rimasto un sottogenere del Mississippi Blues pressochè sconosciuto fino agli anni ’90, con la ri-scoperta dei due eroi del genere: Junior Kimbrough e R.L. Burnside. Artisti omaggiati da covers già nei primi due album dei Black Keys: una passione/ossessione (rivela Auerbach) che parte quindi da lontano, del tutto sincera. Alte quindi erano le aspettative dei fans dei Black Keys e delle dodici battute riguardo all’annunciato album “blues”. Ma bastano pochi ascolti per comprendere il principale difetto di “Delta Kream”: un tributo talmente sincero che risulta perfino troppo filologico, non apportando alcuna novità dal mondo giovane, bianco e sporco all’interno della tradizione del blues elettrico nero. La medesima lacuna (o mancanza di coraggio) che avevano a mio avviso evidenziato i recenti Rolling Stones di Blue & Lonesome (2016). Delta Kream vale un buon lavoro dei North Mississippi Allstars, ma non possiede alcuna caratteristica peculiare che lo distingua da centinaia di buoni album di blues elettrico “non british”. Non vi è più traccia di un approccio indie, o garage, o rock’n’roll, o southern, o pop-rock, o di qualcos’altro di nuovo: un passo deciso dentro la tradizione blues, ma privo di una scintilla che lo distingua da altri lavori simili. Mi aspettavo più originalità, mi resta comunque un compito più che buono. 

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