domenica 3 febbraio 2013
Villagers - Awayland (2013)
Conor O'Brien non è sicuramente giovanissimo: a 29 anni, per lo meno nei paesi anglosassoni, sei già considerato un veterano (Hendrix e Cobain, per esempio non ci sono mai arrivati a quell'età). Nonostante ciò l'impressione è quella di trovarsi di fronte ad un ragazzino, il cui vero debutto è stato un paio di anni fa con l'album "Becoming a Jackal", insieme a questo suo nuovo gruppo, nato dopo lo scioglimento dei "The Immediate", cui il nostro irlandese dava lustro ed ispirazione. Il buon successo di quell'album ci faceva attendere con ansia e preoccupazione questo secondo lavoro (il rischio del disco numero 2): ecco che invece O'Brien si inventa un lavoro completamente diverso dal precedente. Laddove c'erano le atmosfere alla Nick Drake o Damien Rice qui invece i ritmi sono sempre ad impronta tipicamente pop-folk, ma con rimandi jazz-fusion, noise alla Radiohead o dolcemente elettronici alla Bon Iver. L'inizio è fulminante con la bellissima Earthly Pleasure e la sua immagine iniziale "Naked on the toilet with a toothbrush in his mouth, when he suddenly acquired an overwhelming sense of doubt", per poi proseguire con il ritmo sincopato ed allucinogeno di The Waves, i rimandi cinematografici di The Bell con quei sapori Hitchcockiani e gli Hammond che ricordano i film di James Bond, o ancora l'ispirazione alla Thom Yorke di Passing a Message.
Un passo in avanti coraggioso, l'inizio di un viaggio ricco di promesse. Un disco brillante ed eclettico. Voto ★★★★1/2
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1 commento:
Mi è piaciuto questo pop colto ma radiofonico, poco convenzionale, elettroacustico, con tastiere e plettri usati con gusto, l’elettronica con parsimonia, i vuoti e i pieni giocati con sapienza. Un album raffinato, che parte da Neil Finn/Crowded House per arrivare ai Coldplay, con in testa l’architettura di Grizzly Bear e The Invisible. Per me 7.5/10 e canzone preferita la citata Earthly Pleasure.
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