domenica 1 settembre 2013

Recensioni al volo: Franz Ferdinand, Guy Clark, The Civil Wars, Junip


Franz Ferdinand - Right thoughts, right words, right action (2013)
Scozzesi di Glasgow, esponenti del più classico Art-Rock, sono al 4° album (a distanza di 4 anni dal precedente) e gli elementi che ne caratterizzano lo stile sono lì, tutti presenti come sempre. La voce quasi svogliata di Alex Kapranos, il gioco di ritmo tra basso e batteria, il chitarrone con i suoi riffs inconfondibili: si percepisce la loro volontà di tornare al loro passato, dopo l'emotivo concept-album electro-dub del 2009 Tonight. Un bel ritorno in pista, con un rinnovato gusto di gestire in maniera egregia le contaminazioni che ce li hanno fatti amare in questi anni: synthpop, garage, post-punk, guitar-pop, eccetera. Voto ★★★★
Guy Clark - My Favorite picture of you (2013)
Il 71enne texano è uno dei maestri della musica americana più tradizionale: personaggio schivo, autore non particolarmente prolifico (circa una quindicina di dischi dal 1975 ad oggi), grande amico e compagno di bevute del grande Townes Van Zandt, dedica questo lavoro a se stesso ed alla memoria della sua compagna Susanna Clark, anche lei musicista. Probabilmente il suo album più personale, più intimo ma anche più classico. Un grande uomo ancora capace di fare grande musica. Voto ★★★★
The Civil Wars - The Civil Wars (2013)
Dopo i successi del precedente album di esordio Barton Hollow del 2011 e dopo numerosi scazzi tra di loro, Joy Willams e John Paul White, hanno deciso di prendere ognuno la propria strada chiudendo l'esperienza di questo duo. Il materiale per questo album era già pronto ed è stato quindi pubblicato,  e questo non può che aumentare il nostro rimpianto perché anche qui si riconferma il loro un sound acustico genuino, ancora più maturo che nel precedente, tanto da farlo volteggiare dalla riedizione folk di un classico R&B (tell Mama di Etta James) a quella di un rock più tradizionale (Disarm degli Smashing Pumpkins). Peccato, godiamoci quest'ultimo lavoro e teniamo d'occhio le loro future carriere soliste. Voto ★★★1/2
Junip - Junip (2013)
Band svedese guidata dal cantante/chitarrista di origine argentina Josè Gonzales, è al secondo album (a 10 anni dal primo), e ancor meglio che nel precedente, si caratterizza per atmosfere elettroniche lo-fi e synth-pop. Apparentemente ci sarebbe da preoccuparsi, invece il risultato è decisamente interessante ed è proprio nelle monotonia di fondo che i passaggi psichedelici, uniti alla voce sciolta di Gonzales, rendono quasi magnetica la musicalità della band.  Una specie di Air acustici e minimalisti. Voto ★★★1/2

3 commenti:

microby ha detto...

JUNIP: buona la definizione di Air acustici/minimalisti, rende bene l'idea di questo trio formato a Goteborg negli anni ’90 e guidato dall’argentino Josè Gonzales, già singer-songwriter acustico di culto. Gruppo non certo prolifico, dal momento che come dicevi è solo alla seconda prova dopo il precedente Fields del 2010, dal quale non si discosta: pop tra l’acustico e l’elettronico, con tastiere morbide e malinconiche, buon senso melodico ma del tutto privo di coraggio nello svilupparlo, al punto che ne risulta il classico album carino ma ordinario, senza mai uno scatto, una propulsione, una sorpresa. Ma tu Luca hai trovato "magnetica" questa monotonia, quindi probabilmente il giudizio dipende dallo stato d'animo con cui si affronta il disco (tu dopo le ferie, io dopo 6 mesi di lavoro...monotono). E' comunque un 7.1/10

microby ha detto...

THE CIVIL WARS: Un duo assolutamente dotato che, solo al secondo album peraltro in vetta alle classifiche, ha annunciato la separazione. Lei (Joy Williams), acustica e dal vibrato squillante come nella tradizione di Nashville, porta nel canto il romanticismo del folk di Annie Haslam (Renaissance) come l’enfasi melodrammatica del nu-metal di Amy Lee (Evanescence). Lui (John Paul White) che l’accompagna con l’epica del far west ma con accordi di chitarra acustica essenziali ed un’elettrica che evoca l’americana dei deserti, solitaria ed a tratti disperata. Forse in questa riuscita fusione tra folk tradizionalista ed alt.country moderno, oltre alla palpabile sincerità della proposta musicale, sta il segreto del successo del duo. Anch'io sono molto curioso di assistere alle carriere soliste. 7.7/10

microby ha detto...

FRANZ FERDINAND: Quarto disco fotocopia dei precedenti per gli alfieri del punk-funk, diretta discendenza delle ritmiche urbane colorate dei Talking Heads. Allegro, immediato, energico, radiofonico, ma passata la stagione ci si rivolgerà sempre ai primi 2 albums della band per avere un’(ottima) idea del genere che fu. I brani migliori sono come al solito i singoli, eccitanti ed a presa rapida, a sancire il fatto che il lavoro da conservare dei nostri sarà il “The Best of”. 7.4/10

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