venerdì 6 settembre 2013

Recensioni al volo : Justin Currie, Blue October, Scud Mountain Boys, Jason Isbell



Justin Currie - Lower Reaches (2013)
Frontman dei Del Amitri, gruppo pop-rock scozzese attivo negli anni '80 e '90, dopo avere sciolto la band ha iniziato una carriera solista con l'esordio  What is Love For del 2007 e con il successivo, di maggiore qualità, The Great War, del 2010. Anche in questo lavoro non si può che ammirare la sua voce (una via di mezzo tra Peter Gabriel e Paul McCartney, così, tanto per gradire) ed il suo folk-pop a tratti vagamente country, ricco di armonie, maggiormente coinvolgente soprattutto nei brani più malinconici e notturni (Priscilla, Into a Pearl). Voto ★★★★

Blue October - Sway (2013)
Gruppo texano che stranamente, vista l'origine, non fa né blues, né southern né country ma una buona solida alternative music. Le loro ispirazioni? Indie music sicuramente, ma anche una spruzzata di Cure e dei vecchi Cars.  Li avevo ammirati soprattutto in Any Man in America ma anche questo lavoro, pur non essendo nulla di imperdibile, è molto gradevole. Voto ★★★

Scud Mountain Boys - Do You love the sun? (2013)
Toh, chi l'avrebbe detto? Qualche tempo fa mi ero fatto prendere dalla nostalgia per il bellissimo Massachusetts del 1996 (andate a ripescarvi la recensione), un bel disco di country alternativo venuto fuori nel bel mezzo del movimento grunge e anche per questo motivo non particolarmente considerato in quegli anni. Proprio dopo quel disco il leader Joe Pernice sciolse la band e assieme al fratello fondò i Pernice Brothers, gruppo sicuramente più pop inanellando una mezza dozzina di album. Ebbene, come se non fossero passati 16 anni e con la line-up storica, ecco il nuovo disco. La musica è sempre quella: ballate malinconiche, avvolgenti, vagamente annoiate e un po' tristi . L'impressione è che i brani non siano molto diversi gli uni dagli altri, anche se non difettano di qualità e si fanno ascoltare bene. Voto ★★★

Jason Isbell - Southeastern (2013)
Al sesto album solista, l'ex Drive-By-Truckers, lasciati alle spalle gruppo e riabilitazione post-alcolica (in una recente intervista affermava di ricordarsi vagamente il periodo in cui suonava con il gruppo, tanto era perso nell'alcool) conferma in pieno il suo grande talento.  Anche il precedente album Here we rest, pur se a parere di alcuni troppo professionale e quasi impersonale, ce l'aveva restituito al meglio della sua classe. Con quest'ultimo lavoro tendono a prevalere sono soprattutto i suoi aspetti più country, più immediati e più sinceri. Possiamo sicuramente dire che ormai si è lasciato alle spalle il suo passato (DBT inclusi) e ha iniziato a camminare, anzi a correre per la sua strada.   Voto ★★★ 1/2

2 commenti:

microby ha detto...

JASON ISBELL: anche a mio parere ha trovato decisamente la sua strada, dopo 6 anni in campo con i Drive-By Truckers e l'attività solistica dal 2007, anno in cui ha lasciato il gruppo. Meglio la nuova dimensione (già evidente nel precedente, altrettanto bello Here We Rest), meno southern-soul-country della band madre e più votata ad un country-rock/americana, dalle parti di Dave Alvin, Ryan Bingham, Derek Trucks. 7.5/10

microby ha detto...

BLUE OCTOBER: Io li avevo scoperti solo 2 anni fa col precedente Ugly Side, un best of/live acustico molto bello. Emersi nei ’90 sull’onda post-grunge ma originari di Houston, i Blue October non hanno mai suonato come una band di Seattle nè come una texana. La voce romantica del leader Justin Furstenfeld e l’approccio compositivo e strumentale della band rimandano piuttosto (a mio parere! Era l'impressione che avevo avuto anche 2 anni fa) al post-prog/neo-prog con accentuata componente pop-rock, come se i Marillion di Kayleigh incontrassero Mike & The Mechanics. Con buoni risultati. 7.4/10

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