HURRAY FOR THE RIFF RAFF - Small Town Heroes (2014)
Alynda Lee Segarra è una ragazza portoricana cresciuta nel Bronx e poi scappata di casa a 17 anni per saltare, con la sola chitarra come bagaglio, sui treni merci in giro per l’America. Finisce a New Orleans dove si mette a suonare dal vivo con un gruppo di musicisti cui dà il nome, nome che vuole significare “evviva gli emarginati, i vagabondi, i reietti dalla società”. La sua musica è un folk da strada dove Gillian Welch si fonde con John Prine, sulle orme di quel genere Americana da battaglia, come solo Lucinda Williams e Mary Gauthier sanno fare. Non esattamente quello che ci si aspetta da un album nato a New Orleans: folk rurale, blues ma soprattutto country nelle sue accezioni più classicamente vicine al grande padre Woody Guthrie. Voto: ☆☆☆☆
ELIZA GILKYSON - The Nocturne Diaries (2014)
EG, californiana ma texana di adozione, non è sicuramente una cantautrice alle prime armi: una ventina gli album incisi e da molti viene considerata una sorta di leggenda della musica country-folk. Convissuta per gran parte della sua vita con l’ingombrante figura paterna (il padre, ottimo compositore, ha scritto per Johnny Cash, Dean Martin e perfino White Stripes) prima di mettersi da sola ha suonato con gli Amazing Rhythm Aces, con Exene Cervenka (quella degli X) e addirittura con l’arpista svizzero Andreas Vollenweider. In questo disco collaborano i suoi (e nostri) grandi amici John Gorka e Lucy Kaplanski. In questo disco, molto bello ed ispirato, sono contenute le sue tipiche ballate acustiche, dolci e tenui: “Canzoni per la notte”, per questa sorta di clone di Lucinda Williams con una voce però non stripped down ma calda ed equilibrata. Una cantautrice autentica, di grande talento. Da mettere sull’iPod: Not My Home, Eliza Jane, World Without End. Voto: ☆☆☆1/2
ROBERT ELLIS - The lights from the Chemical Plant (2014)
Texano residente a Nashville era evidentemente impossibile sfuggire alle atmosfere country-folk dei luoghi della sua vita. Al suo terzo album tributa gli onori ai suoi principali ispiratori: Paul Simon ("Still Crazy After All These Years”), Willie Nelson, James Taylor, Billy Joel, Rodney Crowell. A questi aggiungerei anche Wilco, Jason Isbell, Ryan Adams ma soprattutto Randy Newman per lo spessore emotivo e creativo delle sue canzoni. Un album innovativo che oscilla tra folk e country rurale tradizionale, con contaminazioni honky tonk e spunti soul e jazz. Da downloadare: Chemical Plant, Still Crazy After All These Years, Only Lies. Voto: ☆☆☆☆
2 commenti:
ROBERT ELLIS: Un autore che non conoscevo e che consiglierei innanzitutto ai fans dei primi James Taylor e Jackson Browne ma che come sottolinei, nonostante l'humus spiccatamente country-rock, attinge anche al cantautorato colto di Randy Newman e Paul Simon, ed è capace di momenti introspettivi (con quella voce calda e vellutata...) come di guizzi elettrici (splendida la chitarra elettrica in Still Crazy After All This Years e in Houston) e di spunti jazz (la chitarra solista in Steady As The Rising Sun e quella ritmica in Still Crazy...; la ballad notturna Bottle of Wine, tra Waits/Newman/Browne). Solo al 2° album mi sembra già una spanna sopra i propri simili (non ai propri maestri). Grazie della segnalazione!
Voto Microby: 8
Preferite: Chemical Plant, Houston, Still Crazy After All This Years
HURRAY FOR THE RIFF RAFF: Il cuore è spiccatamente country ed il cervello in aperta campagna, sotto cieli azzurri e lontano dalle nevrosi urbane. Ma il corpo va alla ricerca del jazz di New Orleans, del folk-hobo di Woody Guthrie e di quello rurale di Hank Williams, del blues meticcio del sud e dell’afflato soul della negritudine. In questa sincera, sentita crasi di stili sta la forza di questa ragazza dalla storia personale adatta ad una sceneggiatura da film (e l’intero disco mi ricorda Una canzone per Bobby Long, ottimo film del 2004 con la migliore interpretazione di sempre di John Travolta).
Voto Microby: 7.4
Preferite: No One Else, St. Roch Blues, End of The Line
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