PUBLIC SERVICE BROADCASTING (2015) The Race For Space
I
due nerds londinesi conosciuti coi nomi fittizi di J. Willgoose, Esq.
(polistrumentista e mente del progetto) e Wrigglesworth (batterista
di impronta jazz) si ripetono dopo l’interessante esordio del 2013.
Non che inventino nulla, dal momento che scomodare per loro, come ha
fatto certa critica nostrana, l’appartenenza al post-rock o
all’indie-rock futurista significa ignorare quanto inciso dai Pink
Floyd e dallo space-rock
teutonico nei ’70, e da Alan Parsons Project
e Jean-Michel Jarre
tra i ’70 e gli ’80. Perché l’humus strumentale è un
orecchiabile pop elettronico
che al cantato preferisce voci tratte da trasmissioni radiofoniche e
televisive della BBC di 50 anni fa, con un effetto tra lo spoken ed
il rap molto godibile e ben amalgamato con i crescendo strumentali.
Stavolta il concept è
la corsa allo spazio degli anni ’60, ed il risultato è assai
piacevole, sembrando perfino originale nel panorama attuale. Piacerà
certamente ai fans dei gruppi di cui sopra.
Voto
Microby: 7.5Preferite: Go!, E.V.A., The Other Side
FATHER JOHN MISTY (2015) I Love You, Honeybear
Coraggiosa
la proposta musicale di Josh Tillman,
batterista dei Fleet Foxes, così lontana dal folk-pop colto della
band madre. Stimolante la scelta di Jonathan Wilson in qualità di
produttore, che tuttavia non si traduce in un’adesione alle
atmosfere da Laurel Canyon anni ’70. Stiamo sì nei seventies,
ma dalle parti del primo Elton John
e del pop alla George Harrison. Si esce da quel periodo solo per
abbracciare il pop contemporaneo alla Rufus
Wainwright, ridondante ma mitigato da testi
ironici ed originali. Arrangiamenti pertanto ricchi, talvolta
stucchevoli, ma sorretti da una buona scrittura, per canzoni che si
apprezzano con più ascolti.
Voto
Microby: 7.5Preferite: Bored In The U.S.A., Holy Shit, The Night Josh Tillman Came To Our Apartment
Nessun commento:
Posta un commento