martedì 21 luglio 2015

ZAC BROWN BAND, RYLEY WALKER, BUTCH WALKER


ZAC BROWN BAND (2015) Jekyll + Hyde

Un brano pop con arrangiamenti tamarri da Festivalbar (Beautiful Drug), un potenziale singolo seventies da Eagles pre-Hotel California (Remedy), ma con inserti di cornamusa ed aperture gospel, uno swing-crooning alla Michael Bublè (Mango Tree), uno crossover-grunge con ospite alla voce l’ex Soundgarden Chris Cornell (Heavy Is The Head), un rock anni ’90 che shakera Pink Floyd, grunge e musica celtica (Junkyard), uno dalle atmosfere caraibiche alla Jimmy Buffett (Castaway), un pop che mischia banjo e drum muchine per un effetto uo-o-o-o da arena (Tomorrow Never Comes), una ballata country-rock a due voci con Jewel (Dress Blues), un country rurale che degenera in spiritual (I’ll Be Your Man). Ci provano a tenere insieme il tutto alcune canzoni di easy listening westcoastiano di inizio ’70 (Loving You Easy, One Day, Young And Wild) ed altre di southern country-rock in cui la ZBB da sempre eccelle (su tutte Bittersweet). Sembra una (datata) compilation di artisti vari che un amico ci ha preparato per l’estate. E invece è l’ultimo album della Zac Brown Band, più poliedrica del solito (e già di norma è oltre la media), a tratti kitsch, sempre profondamente americana, e alla fine qualcosa più che piacevole (potendo zippare i brani grunge-rock, decisamente fuori contesto).
Voto Microby: 7.5
Preferite: Bittersweet, Remedy, Dress Blues



RYLEY WALKER (2015) Primrose Green

Al secondo lavoro il chitarrista (fingerstyle) americano si cala completamente nell’atmosfera e nell’ispirazione del Laurel Canyon californiano di fine sixties, e ben asservito da musicisti provenienti dal jazz firma un disco totalmente fuori epoca rispetto alla data di pubblicazione. Operazione simile, ma più calligrafica e perciò meno originale, rispetto a quanto fatto da Jonathan Wilson: un folk-psych-rock perfetto da ascoltare con un fuoco in spiaggia al crepuscolo, con i capelli lunghi ed un giro di canne (non di più) ad effetto rilassante, non eccitante.
Voto Microby: 7.4
Preferite: Primrose Green, Summer Dress, Love Can Be Cruel


BUTCH WALKER (2015) Afraid of Ghosts

Il cantautore di Cartersville, Georgia, è attivo già dagli anni ’80 ed è ormai all’8° album da solista, senza peraltro essere mai riuscito ad imporsi sul mercato, nonostante sia un apprezzato compositore e produttore per artisti affermati. Anche quest’ultima prova dimostra la bontà del suo songwriting tra l’americana ed il country-rock, nella scia del Ryan Adams acustico, nonostante certifichi di cavarsela molto bene anche quando si scalda con l’elettrica. Alla resa dei conti l’album è piacevole, caldo, tuttavia manca sempre quel quid che lo faccia distinguere dalla pletora di singer-songwriters del genere.
Voto Microby: 7.3
Preferite: Bed On Fire, I Love You, Afraid of Ghosts


2 commenti:

lucaf ha detto...

ZAC BROWN BAND. Sai quanto ami la ZBB per la sua allegra e genuina musicalità southern-rock. Questo disco mi ha però lasciato l'amaro in bocca: troppa estrosità, troppi generi mescolati, roba da farti girare la testa. Direi che siamo leggermente al di sotto dei suoi standard. Voto 3 stelle.

lucaf ha detto...

BUTCH WALKER. Assolutamente d'accordo con te. Manca sempre qualcosa per poterne farne un vero songwriter. Ne ha di strada per arrivare a livello di Willie Nile e compagnia bella... VOTO 2 stelle

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