RYAN
ADAMS (2015) 1989
Ryan
Adams reinterpreta integralmente il recentissimo (2014) 1989 della
popstar Taylor Swift
(!!) e dimostra almeno 3 assunti: 1) un deciso coraggio commerciale,
affrontando il rischio di urtare sensibilità e pazienza dei propri
fans, non certo allineati al teen-pop della star MTV 2) che la stessa
Taylor Swift sa scrivere belle canzoni, perché con queste è
costruito già il suo 1989 3) che è più l’arrangiamento che non
la scrittura a definire il genere di una canzone: là dove 1989 di TS
è un album pieno di hooks che ne fanno un perfetto disco di pop
mainstream, 1989 di RA sembra appartenere alla storia del
singer-songwriter maestro di “americana”.
Eccetto quindi un paio di brani difficilmente adattabili alla logica
di Adams, il progetto è riuscito contro ogni previsione, e godibile
in più di un episodio. Non nuovo ad esperimenti simili (ha
coverizzato per intero, senza mai pubblicarlo, Is
This It?, il primo album degli Strokes),
Adams conferma di essere un bizzarro purosangue che è un peccato
imbrigliare.
Voto
Microby: 7.7
Preferite:
Bad
Blood, Welcome To New York, Out of The Woods
DAVE HEUMANN (2015) Here In The
Deep
Presa
una pausa di riposo dal gruppo, il leader indiscusso, songwriter e
polistrumentista degli Arbouretum
si circonda di vecchi amici musicisti e con la produzione di John
Parish (P.J. Harvey) licenzia un album che tenterebbe di smarcarsi
dallo psych-folk-rock
della band madre. Senza riuscirci granchè in termini di scelta
stilistica, dal momento che sì, il prodotto finale è meno
acid/stoner e
soprattutto meno psichedelico rispetto agli Arbouretum, più
orientato com’è al folk-rock
di discendenza Richard Thompson/Fairport
Convention, ma la chitarra e la voce di
Heumann sono troppo caratterizzanti per non considerarle
identificative del piatto finale. Che risulta non originale ma
qualitativamente appagante, come dei Fairport più rock o un Thompson
più psichedelico, senza tuttavia il genio sincretico dei primi e
chitarristico del secondo.
Voto
Microby: 7.4
Preferite:
Ends
of The Earth, Cloud Mind, Here In The Deep
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