sabato 5 marzo 2016

Recensioni al volo: Ben Caplan, Eleanor Friedberger, The Last Morning Soundtrack

BEN CAPLAN - Birds with Broken Wings (2015)
Canadese di 30 anni e una voce che è una specie di mix tra Brad Roberts (quello dei Crash Test Dummies) e quella di Tom Waits (sia pure con qualche pacchetto di Lucky Strike in meno),  è in giro da una decina d’anni assiema ad una sua band (i Casual Smokers) ed ha uno stile che mischia musica tzigana, vaudeville, pop, jazz e gypsy-folk. Per certi versi è una sorta di Capossela canadese, tra banjo, mandolini, violini, sax, trombe ed armonica con valzeroni ora da roots-music ora da jazz ballad notturne. Il rischio è quello di fare una gran confusione ma la sua carica bizzarra e travolgente fa perdonare gli eccessi. Da ascoltare: Birds with Broken Wings, 40 Days & 40 Nights. Voto: ☆☆☆1/2


ELEANOR FRIEDBERGER - New View (2016)
Abbiamo avuto più volte l’occasione di parlare di Eleanor e dei Fiery Furnaces, per molti anni una delle band più originali di indie-rock. Dopo lo scioglimento della band fratello e sorella hanno preso strade diverse, con Eleanor più orientata verso un folk-pop anni ’70. Quest’ultimo lavoro (il terzo, dopo Last Summer del 2011 e Personal Record del 2013) conferma l’impronta “seventies”  con brani che sembrano uscire da un disco di Cat Stevens o dei Fleetwood Mac. Rispetto al precedente “Personal Record” l’impronta è meno elettrica, più tradizionale e malinconica. Non un album memorabile. Da ascoltare: He didn’t mention his mother. Voto: ☆☆


THE LAST MORNING SOUNDTRACK - Promises of Pale Nights (2015)

Album minimale all’insegna dell’understatement musicale, il secondo lavoro del gruppo indie-folk francese è espressione di elegante e rarefatto romanticismo dalle tinte pallide e notturne. Una specie di traduzione musicale, limpida e malinconica, delle opere dell’impressionismo. Un album buono per queste ultime settimane invernali. Da ascoltare: As lonely as I am, From now on, Home. Voto: ☆☆☆1/2


1 commento:

microby ha detto...

ELEANOR FRIEDBERGER : “Qualità della scrittura da fuoriclasse per la metà femminile dei Fiery Furnaces, ma come per l’esordio solistico Last Summer i difetti si cercano nella voce, riconoscibile ma poco duttile e colorata, e negli arrangiamenti non brillanti, che tendono ad appiattire, tranne per alcune eccezioni, l’originalità delle canzoni.” E’ la mia recensione del precedente Personal Record (2013), che si può utilizzare col copia-incolla per l’ultima prova della metà dei Fiery Furnaces. La genialità dei quali non emerge mai nei lavori solisti dei due membri, i fratelli Matthew ed Eleanor Friedberger. Esempio in cui l’unione raddoppia la forza. La voce monocromatica, gli arrangiamenti indie-rock, gli accordi semplici (quasi dylaniani, vedi l’incipit He Didn’t Mention His Mother sugli accordi di Knockin’ On Heaven’s Door) identificano l’americana ma non le fanno spiccare l’atteso salto di qualità verso l’eccellenza.
Voto Microby: 7.3
Preferite: He Didn’t Mention His Mother, Two Versions of Tomorrow, Because I Asked You

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