TURIN
BRAKES (2016) Lost Property
E’
vero che il quartetto londinese capitanato da Olly Knights e Gale
Paridjanian ripropone da 15 anni e 7 album la medesima ricetta: un
folk-rock melodico
che trae spunto sia dal cantautorato nobile dei ’70 (Paul Simon in
primis), sia dal new acoustic movement
dei primi ’90 (leggi Kings of Convenience), sia dalla psichedelica
elettrica, più orecchiabile ed epica degli ultimi tre decenni. E’
anche vero che lo fa tremendamente bene e, con la frequenza di un
lavoro a triennio ed uno spartito sempre riconoscibilissimo, non
risulta mai essere noioso o pleonastico. Come gli altri, anche
l’ultimo sforzo è assai godibile. Da non perdere in
concerto a Brescia alla
Latteria Molloy domenica 17 aprile.
Voto
Microby: 7.5Preferite: Jump Start, Hope We Make It, 96
MARLON
WILLIAMS (2016) Marlon Williams
E’
possibile assemblare nello stesso album, anzi nella medesima canzone,
Johnny Cash, Brian Wilson, Roy Orbison, Tim
Buckley, Wilco? Lo fa, in modo
piacevolmente demodè, il 25enne neozelandese al debutto con una
serie di covers di brani prevalentemente della tradizione
country-nashvilliana.
Gli arrangiamenti sono ricchi, poche volte leziosi (ma che sarebbero
stati perfetti negli anni ’50-’60), prevalentemente acustici ma
talvolta con tocchi di chitarra elettrica in feedback che lasciano
intravedere sviluppi più adesi ai tempi correnti, soprattutto nei
brani più mossi. Così com’è sembra talmente datato da rischiare
l’originalità. Ma ha dei numeri che vanno riconsiderati alla
seconda prova.
Voto
Microby: 7.3
Preferite:
Hello
Miss Lonesome, After All, Dark Child
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