lunedì 14 marzo 2016

TURIN BRAKES, MARLON WILLIAMS


TURIN BRAKES (2016) Lost Property




E’ vero che il quartetto londinese capitanato da Olly Knights e Gale Paridjanian ripropone da 15 anni e 7 album la medesima ricetta: un folk-rock melodico che trae spunto sia dal cantautorato nobile dei ’70 (Paul Simon in primis), sia dal new acoustic movement dei primi ’90 (leggi Kings of Convenience), sia dalla psichedelica elettrica, più orecchiabile ed epica degli ultimi tre decenni. E’ anche vero che lo fa tremendamente bene e, con la frequenza di un lavoro a triennio ed uno spartito sempre riconoscibilissimo, non risulta mai essere noioso o pleonastico. Come gli altri, anche l’ultimo sforzo è assai godibile. Da non perdere in concerto a Brescia alla Latteria Molloy domenica 17 aprile.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Jump Start, Hope We Make It, 96



MARLON WILLIAMS (2016) Marlon Williams


E’ possibile assemblare nello stesso album, anzi nella medesima canzone, Johnny Cash, Brian Wilson, Roy Orbison, Tim Buckley, Wilco? Lo fa, in modo piacevolmente demodè, il 25enne neozelandese al debutto con una serie di covers di brani prevalentemente della tradizione country-nashvilliana. Gli arrangiamenti sono ricchi, poche volte leziosi (ma che sarebbero stati perfetti negli anni ’50-’60), prevalentemente acustici ma talvolta con tocchi di chitarra elettrica in feedback che lasciano intravedere sviluppi più adesi ai tempi correnti, soprattutto nei brani più mossi. Così com’è sembra talmente datato da rischiare l’originalità. Ma ha dei numeri che vanno riconsiderati alla seconda prova.
Voto Microby: 7.3
Preferite: Hello Miss Lonesome, After All, Dark Child












 

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