giovedì 7 aprile 2016

KULA SHAKER, GET WELL SOON


KULA SHAKER (2016) K 2.0




Negli anni ’90 il quartetto mancuniano aveva colmato l’unica influenza beatlesiana assente nel linguaggio del brit-pop dei vari Oasis, Blur, Supergrass: il raga-rock. L’eredità (principalmente) di George Harrison era salva, ed espressa nei primi due albums con ottimo gusto melodico e ritmico, con freschezza e senza retorica. I due successivi albums non mantenevano il medesimo livello qualitativo, pur non rinunciando al taglio psichedelico e ad uno stile che col nuovo millennio era già diventato retro-rock. Dopo sei anni di silenzio il nuovo titolo “K 2.0”, un chiaro rimando al debutto “K” del 1996, farebbe pensare che anche i nostri si sono arresi all’elettronica ora di moda. E invece no: sono sempre figli dei Beatles e dei Kinks e della loro varietà di temi (pop, rock, psichedelia orientale, power-flower, allargati ora perfino al soul, al country morriconiano, al raga-funk). E lo fanno davvero con bella scrittura ed arrangiamenti colorati: il loro disco migliore dopo l’esordio.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Holy Flame, Infinite Sun, Death of Democracy



GET WELL SOON (2016) Love


Berlino e la Germania attuale rimandano immediatamente alla minimal techno, all’avanguardia elettronica, al post-dubstep, al nu-jungle, al breakbeat, alla chillwave, al dancefloor più trendy del momento. Ma da sempre non sono solo questo. Konstantin Gropper, polistrumentista tedesco in prestito domiciliare e musicale tra Germania, Irlanda ed Inghilterra, ne rappresenta l’anima più romantica già emersa prepotentemente (e meglio) con la figura di Maximilian Hecker. Etichettato ovunque come genio già all’esordio “Rest Now, Weary Head! You Will Get Well Soon” nel 2008, al quarto lavoro (e sei anni dal precedente) Gropper va ri-dimensionato pur continuando ad apprezzare il suo chamber pop elegante, dandy, classico e insieme moderno, perfetto per i cuori infranti delle serie TV tardo-adolescenziali, che raccoglie suggestioni di Death Cab For Cutie, Divine Comedy, Tindersticks e, appunto, Maximilian Hecker. I quali hanno finora dimostrato di appartenere ad una categoria superiore.
Voto Microby: 7.4
Preferite: It’s Love, Eulogy, It’s A Catalogue



2 commenti:

lucaf ha detto...

KULA SHAKER: Hai ragione, era un po' di tempo che avevo solo rimpianti e delusioni ascoltandomi ogni loro nuova uscita. Puntualmente andavo a riascoltarmi "The Great Osannah", in assoluto uno dei migliori attacchi della musica rock e "Tattva" tanto per immaginarmi in India negli anni 70 compagnia di George Harrison. Questa volta invece si tratta di un buon album: i miei pezzi preferiti sono Let Love B (With U), Here Come My Demons (lunga ma bellissima) e Mountain Lifter, diversi da quelli da te segnalati e anche questo è un segno che l'album è vario e composito. Unico neo è che in questo lavoro in effetti Crispian Mills e soci sono andati a ripescarsi per lo più vecchi brani dimenticati nei cassetti: speriamo che ora ripartano dal passato per un futuro ancora più proficuo. Voto: ☆☆☆☆

lucaf ha detto...

GET WELL SOON: Armonie intime lievemente pop, ballate lente ed avvolgenti tendenti al lo-fi, arrangiamenti ariosi con rare impennate elettriche, quasi un Tom Yorke in versione indie-folk o un Morrissey in chiave romantica. Come giustamente sottolinei ha ancora strada da fare per arrivare ai livelli di Richard Hawley o dei Divine Comedy, ma a mio parere siamo di fronte ad un buonissimo lavoro. Voto: ☆☆☆☆

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