venerdì 24 giugno 2016

EMMA POLLOCK, PAUL SIMON


EMMA POLLOCK (2016) In Search of Harperfield




A cavallo del millennio The Delgados rappresentarono uno dei gruppi di punta dell’allora fiorente pop scozzese (Belle And Sebastian il nome più noto), e probabilmente il ponte perfetto tra chamber pop, dream pop ed indie rock. Emma Pollock ne era la cantante e nei 3 lavori da solista seguìti allo scioglimento della band nel 2004 ha sviluppato maggiormente gli arrangiamenti, raffinatissimi, e l’utilizzo degli archi a sostegno di una scrittura degna di Regina Spektor, la migliore Tori Amos, Feist, Agnes Obel, Lisa Hannigan, Clara Luzia, per canzoni che sono splendide quando di marca squisitamente chamber pop ma solo poco meno convincenti quando il piglio pop-rock si fa più mainstream. Senza bisogno di spallate, ma con estrema grazia si sta definendo come una delle migliori cantautrici pop del vecchio continente.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Cannot Keep A Secret, Don’t Make Me Wait, Intermission



PAUL SIMON (2016) Stranger To Stranger

Va dato merito a questo enorme artista di non arrendersi mai: anche a 75 anni ad inseguire una forma espressiva di cantautorato universale, in una ricerca opposta a quella del cantautore più grande di tutti, Bob Dylan, che si è recentemente rifugiato nel vastissimo songbook della tradizione americana per cercare una profondità ahimè nemmeno sfiorata. Ma anche Simon in parte fallisce, sebbene salvando la confezione: arrangiamenti raffinatissimi, estrema (leggi eccessiva) pulizia formale, esecuzioni magistrali che si avvolgono di ritmi ancora figli di Graceland senza appropriarsene, li inseguono ma non li raggiungono, cercano la poli-ritmia ottenendo solo iper-ritmia.
Ma soprattutto ti ritrovi ad applaudire l’elegantissima architettura tecnica delle canzoni, ma a non ricordarne la melodia: perché l’ispirazione in tal senso è ai minimi sindacali, ed ogni canzone finisce per assomigliare all’altra. La melodia per la quale Simon & Garfunkel non avevano rivali nemmeno nei Beatles…
Un album insomma che è difficile non ammirare ma altrettanto amare, in cui la realizzazione è superiore alla scrittura, che a sua volta è inferiore all’idea progettuale.
Voto Microby: 7
Preferite: Stranger To Stranger, The Riverbank, Wristband



 

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