GREEN
RIVER ORDINANCE (2016) Fifteen
Quintetto
texano capitanato da Josh Jenkins (voce solista ed autore di gran
parte del materiale), alla celebrazione (vedi il titolo) dei tre
lustri insieme. Che non abbia grande visibilità mediatica nella
vecchia Europa è comprensibile, dal momento che si tratta di un
gruppo negli USA “file under” new-country
o country-revival. In realtà la band propone, per scrittura e carica
musicale, un roots-rock americano di
matrice ’70 interpretato, oltre che con
basso-batteria-chitarre acustiche ed elettriche, con strumenti
tradizionali perfettamente in sintonia col contesto: fiddle, banjo,
steel guitar. Come da consuetudine sudista le armonie vocali sono in
primo piano, e pur attingendo alla tradizione il suono è
complessivamente più moderno rispetto ad un semplice
country-revival. Tra ballate, mid-tempo e canzoni energiche, non c’è
un brano debole. Da non perdere per gli amanti di Old Crow Medicine
Show, Clay Cook, Chris Stapleton, Zac Brown, e l’ultimo Warren
Haynes (con i Railroad Earth).
Voto
Microby: 8
Preferite:
Keep
Your Cool, You Me And The Sea, Endlessly
TOM
ODELL (2016) Wrong Crowd
Lo
vidi in concerto a Milano nel 2014 (eccellente performer con rimando
immediato al miglior Elton John) ed il pubblico presente mi sembrò
“wrong crowd”, in quanto composto quasi esclusivamente da
ragazzine urlanti di fronte all’idolo da talent show, lui indicato
dalla critica come un incrocio tra Leonard Cohen, Elton John e Jeff
Buckley dopo la pubblicazione del gioiellino Long
Way Down nel 2013. Odell non ha sfruttato il
successo commerciale del debutto ma si è sudato un anno di tournée
dal vivo in Europa ed ha lavorato al secondo album vivendo tra New
York e Los Angeles. Tutte le premesse per un grande album e invece…la
delusione. La scrittura non ha grandi cadute, ma la produzione è
quantomeno incerta, ondivaga tra gli ultimi Coldplay e James Blunt,
con scivolate nei Wham! e nel Prince meno ispirato di sempre. Il
prodotto finale è l’ennesima starlette pacchiana che piace molto
agli americani e si allontana drammaticamente dai presupposti di un
soulman bianco europeo dalla sensibilità tra Elton John e Leonard
Cohen. Peccato. Speriamo si ravveda nella terza prova.
Voto
Microby: 6
Preferite:
Jealousy,
Constellations, Wrong Crowd
Nessun commento:
Posta un commento