STURGILL SIMPSON (2016) A
Sailor's Guide To Earth
Pensare
alla sezione fiati della Daptone Records (la più Stax/Motown
attualmente in circolazione) prestata ad un bianchissimo
country-singer fa pensare come minimo ad un pastrocchio. Invece il
38enne artista del Kentucky, partito dal bluegrass ed autore di altri
due album prodotti da Dave Cobb e che hanno rinverdito i fasti
dell’outlaw country (il nostro è stato a ragione paragonato a
Waylon Jennings),
opera una brusca virata verso il soul Motown alla Marvin
Gaye ma restando muscolare, elettrico,
rock e con un vocione profondo e potente. Ha il coraggio di
rinunciare a Dave Cobb e di prodursi in autonomia, si serve
largamente di fiati ed archi dei Dap-Kings (la band di Sharon Jones)
ed il risultato è un ibrido tra
outlaw-country e soul-rock che ricorda
molto la produzione del Van Morrison
“americano” di inizio-seventies (quello di Tupelo
Honey e His Band And
The Street Choir), per un lavoro che è un
concept dedicato al figlio neonato, una sorta di introduzione (“Hello
my son, welcome to earth…”) e consigli per affrontare la vita. Un
album totalmente radicato nelle tradizioni americane bianche e nere,
che non fa nulla per sembrare moderno (la stessa voce ha
un’impostazione alla Johnny Cash, Kris Kristofferson, Willie Nelson
ed appunto Waylon Jennings/Van Morrison), ma che suona sincero,
ispirato, atemporale: cresce con gli ascolti e durerà nel tempo.
Voto
Microby: 8
Preferite:
All
Around You, Welcome To Earth, In Bloom
BAND
OF HORSES (2016) Why Are You Ok
E’
un peccato constatare come la band di Seattle stia perdendo,
impercettibilmente di album in album ma inesorabilmente nel corso
dell’ultimo decennio, l’ispirazione che l’aveva portata ad
eccellere nel 2007 con Everything All The Time
e nel 2010 con Cease To Begin.
L’acuta ma melodica voce di Ben Bridwell è sempre fortemente
caratterizzante, ma non è bastato passare dalla produzione di Glyn
Johns (artefice di un country-indie-rock
figlio di America e Jayhawks) a Jason Lytle (Grandaddy) e il mito
Rick Rubin per invertire la rotta, che ahimè soffre della bonaccia
creativa della penna di Bridwell. Ovviamente la band non riesce a
licenziare un disco brutto, ma nemmeno uno dal quale un paio di
canzoni si distinguano dalla media e siano potenzialmente degne di un
futuro album antologico. Le polveri ora sono umide.
Voto
Microby: 6.8
Preferite:
Solemn Oath,
Casual Party, Throw My Mess