lunedì 11 luglio 2016

Recensioni al volo: Case/Lang/Veirs, Spain, Josh Kelley

CASE/LANG/VEIRS -   Case/Lang/Veirs (2016)
Album collaborativo per le tre cantautrici Neko Case, kd Lang e Laura Veirs: la sua caratteristica è che si tratta proprio di un disco ideato e interpretato “insieme” e non di una collezione di brani in cui ognuna prende possesso di una quota parte di lavoro (anche se forse l’impronta della Case la si sente più delle altre).  Un esperimento riuscito grazie alle melodie a tratti country-pop, a tratti jazzy con brani più caldi e raffinati, che ricordano il classic-pop anni ’60 stile Bacharach e Dusty Springfield ma anche la west-coast di CSN o Joni Mitchell. Commovente il malinconico tributo a Judee Sill, grandissima e misconosciuta cantautrice morta per overdose negli anni ’70. Altri riferimenti: Suzanne Vega, Laura Marling, CSN,  Carole King. Da ascoltare: Song for Judee, Best Kept Secret. Voto: ☆☆☆1/2

SPAIN - Carolina (2016)
Sesto disco per gli Spain di Josh Haden (figlio del compianto contrabbassista jazz Charlie, recentemente scomparso), gruppo di difficile inquadramento musicale: di volta in volta il loro genere è stato definito indie, alternative, slow-core, soft-pop. Il merito va agli arrangiamenti per lo più acustici, mai monotoni ma sempre ricchi di sfumature melodiche vagamente country o southern-blues. Ne risultano un pugno di ballate poetiche ed espressive, per un album decisamente bello e di personalità, più vicino al genere Americana ed alternative-country rispetto ai precedenti. Da ascoltare: Battle of Saratoga, Tennessee. Voto: ☆☆☆1/2


JOSH KELLEY - New Lane Road (2016)

Noto anche per essere felicemente sposato a Katherine Heigl  aveva conosciuto il successo musicale grazie a “Amazing” del 2003: alla ricerca della tranquillità e dell’isolamento dallo star-system, trasferitosi dalla caotica Los Angeles in un ranch a Salt Lake City ha registrato il disco in Utah. Il suo mix di country, pop, soul, fuso in un sound anni ’70 piacerà a chi ama Eagles, Steely Dan, Jackson Browne, Bruce Hornsby o più modernamente John Mayer o Lady Antebellum (il più giovane fratello di Josh, Charles, fa parte del gruppo). Da ascoltare: Call it What it is, Take it on Back, The Best of Me.  Voto: ☆☆☆1/2


2 commenti:

microby ha detto...

JOSH KELLEY : Perfettamente calato nel clima del cantautorato californiano (sebbene in clichè) anni ’70, e senza alcun tentativo di dissimularlo, JK ha l’abilità di scrivere ed interpretare il materiale come fosse uno degli artisti che hai citato (cui aggiungerei, per il timbro vocale, anche Marc Cohn). Molto piacevole e nostalgicamente adatto a chi è nato nei ’50-’60. Insieme pregio e limite dell’album.
Io me lo sono goduto!
Voto Microby: 7.5
Preferite: Call It What It Is, Take It On Back, The Best of Me

microby ha detto...

SPAIN: Ho raramente voglia di ascoltare gli Spain perché ne ho interiorizzato un ricordo monocromatico, come tutte le copertine dei loro dischi. Eppure ogni volta che mi dedico ad un loro album rimango affascinato, nonostante la scarsa versatilità della voce di Josh Haden ed un mood di base che è invariabilmente malinconico, quando non dolente. Merito di composizioni ed arrangiamenti sempre di classe superiore, sebbene adatti solo alle prime ore notturne ed alle stagioni più tristi. Ma anche degli spostamenti impercettibili dal jazz-blues slowcore degli esordi all’attuale raffinatissima “americana” (ovviamente sempre “lenta”, Cowboy Junkies-like). In Carolina a fare ulteriore differenza è l’ultimo arrivato, il chitarrista e produttore Kenny Lyon: le sue parti di lap e pedal steel guitar impreziosiscono e connotano in senso tradizionale il lavoro.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Tennessee, The Depression, Battle of Saratoga

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