giovedì 6 dicembre 2018

THE MEN


THE MEN (2018) Drift

Chi conosce i The Men punk/hardcore degli esordi li dimentichi, così come chi li ha apprezzati nella versione blue collar rock/garage ’60 di Tomorrow’s Hits (2014). Conservi invece la chiosa della recensione di quell’album sul nostro blog: “tutto suona come una calda e riuscita dichiarazione d’amore al rock del passato”. Perché Mark Perro e sodali imbastiscono una sorta di compilation autografa dei disparati generi musicali che evidentemente hanno nelle corde. Così i nove brani in scaletta vestono nell’ordine gli abiti 1. Post-punk/No wave alla Gang of Four/James Chance 2. Pop alla 10CC/Todd Rundgren 3. Krautrock alla Gong 4. Folk-rock acido westcoastiano alla Hot Tuna/Jefferson Airplane 5. Acoustic ballad da Laurel Canyon 6. Proto-punk alla Stooges 7. Raga lisergici alla It’s A Beautiful Day 8. Psych-rock desertico tra Giant Sand e Friends of Dean Martinez 9. Cantautorato alla Tim Buckley. Confusi? La band di Brooklyn non sembra, perché la qualità media dei brani è davvero buona, e se manca la coesione (per nulla inseguita dal gruppo) si acquista in varietà: come le musicassette di autori vari che, tanto tempo fa e distanti dalla logica delle hits, registravamo per gli amici o per ascoltarle in auto. Chi è cresciuto musicalmente tra gli anni ’60 e gli ’80 apprezzerà.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Rose On Top of The World, Secret Light, Killed Someone

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