lunedì 31 dicembre 2018

WEST FARGO


WEST FARGO (2018) Cose preziose

A due anni dal bell’esordio “Strade” (2016), in scia geografica e stilistica ai Timoria dei ’90, col difetto di essere fuori tempo massimo per essere apprezzato secondo il merito, la band camuna pubblica il secondo album dopo un rimpasto dei musicisti. Sostituiti infatti i già bravi Andrea Lo Furno (chitarra elettrica) e Luca Finazzi (batteria), il tasso tecnico acquista ulteriore solidità nel ritmo (Matteo Zelaschi) e qualità con la solista di Roberto Roncalli, ma anche maggior coesione e brillantezza con l’innesto delle tastiere di Pierluigi Capretti. Soprattutto gli ultimi due nuovi membri dell’attuale quintetto danno una forma più classic-rock (segnatamente seventies) ad uno scheletro che al debutto guardava più al rock chitarristico post-new wave dei ’90. La chitarra elettrica aumenta sensibilmente il tiro rock (a tratti d’impronta hard rock), mentre le tastiere vintage ammorbidiscono la trama con un tocco seventies che richiama il prog: ironia della sorte, il metaforico concept di “Strade” non aveva nulla di progressive, mentre il non-concept di “Cose preziose” ha più di un addentellato musicale (nei suoni, più che nella costruzione dei brani) a gruppi hard rock dei ’70 con influenze prog, come gli americani Kansas e Rush o, in patria, il comasco Biglietto per l’Inferno. Buona la disposizione melodica, d’impatto i riff di chitarra e trascinanti oltre che tecnicamente eccellenti gli assolo di Roncalli, al solito notevole ed emozionante l’estensione vocale di Davide Balzarini (che ha migliorato anche la qualità dei testi), ed da applausi l’artwork (di Nick Neim, al secolo Nicola Fedriga) ed il packaging in cartoncino con miniposter e liriche accluse. Poche purtroppo le speranze di fare breccia nel mercato discografico, allineato attualmente con altri generi e stili, nonostante l’utilizzo della lingua italiana (tanto che il gruppo ha in progetto un viraggio all’inglese, più adatto alla ricetta musicale). Dal vivo i nostri sono potenti e coinvolgenti, da non perdere in tale dimensione anche nei progetti collaterali (il bassista Domenico Ducoli è membro anche dei Ducolis, garage/punk’n’roll band di tutti Ducoli, tra i quali anche il musicista irregolare ben noto in valle Alessandro Ducoli, presente come ospite in "Cose preziose" in un brano --Il primo giorno senza te-- assai diverso dal contesto e che meglio sarebbe considerare come bonus track). Ma non trascurino l’ascolto gli appassionati di rock chitarristico italiano che parte dai ’70 ed arriva ai ’90.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Il fuggitivo, Big Sandy Creek, Selene

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