WEST
FARGO (2018) Cose preziose
A due anni dal bell’esordio
“Strade”
(2016), in scia geografica e stilistica ai Timoria
dei ’90, col difetto di essere fuori tempo massimo per essere
apprezzato secondo il merito, la band camuna pubblica il secondo
album dopo un rimpasto dei musicisti. Sostituiti infatti i già bravi
Andrea Lo Furno (chitarra elettrica) e Luca Finazzi (batteria), il
tasso tecnico acquista ulteriore solidità nel ritmo (Matteo
Zelaschi) e qualità con la solista di Roberto Roncalli, ma anche
maggior coesione e brillantezza con l’innesto delle tastiere di
Pierluigi Capretti. Soprattutto gli ultimi due nuovi membri
dell’attuale quintetto danno una forma più classic-rock
(segnatamente seventies) ad uno scheletro che al debutto guardava più
al rock chitarristico post-new wave dei ’90. La chitarra elettrica
aumenta sensibilmente il tiro rock (a tratti d’impronta hard rock),
mentre le tastiere vintage
ammorbidiscono la trama con un tocco seventies
che richiama il prog:
ironia della sorte, il metaforico concept di “Strade”
non aveva nulla di progressive, mentre il non-concept di “Cose
preziose” ha più
di un addentellato musicale (nei suoni, più che nella costruzione
dei brani) a gruppi hard rock dei ’70 con influenze prog, come gli
americani Kansas e Rush o, in patria, il comasco Biglietto per
l’Inferno. Buona la disposizione melodica, d’impatto i riff di
chitarra e trascinanti oltre che tecnicamente eccellenti gli assolo
di Roncalli, al solito notevole ed emozionante l’estensione vocale
di Davide Balzarini (che ha migliorato anche la qualità dei testi),
ed da applausi l’artwork (di Nick Neim, al secolo Nicola Fedriga)
ed il packaging in cartoncino con miniposter e liriche accluse. Poche
purtroppo le speranze di fare breccia nel mercato discografico,
allineato attualmente con altri generi e stili, nonostante l’utilizzo
della lingua italiana (tanto che il gruppo ha in progetto un viraggio
all’inglese, più adatto alla ricetta musicale). Dal vivo i nostri
sono potenti e coinvolgenti, da non perdere in tale dimensione anche
nei progetti collaterali (il bassista Domenico Ducoli è membro anche
dei Ducolis,
garage/punk’n’roll band di tutti Ducoli, tra i quali anche il
musicista irregolare ben noto in valle Alessandro Ducoli, presente
come ospite in "Cose
preziose" in un
brano --Il primo
giorno senza te--
assai diverso dal contesto e che meglio sarebbe considerare come
bonus track). Ma non trascurino l’ascolto gli appassionati di rock
chitarristico italiano che parte dai ’70 ed arriva ai ’90.
Voto
Microby: 7.5
Preferite:
Il
fuggitivo, Big Sandy Creek, Selene
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