martedì 1 gennaio 2019

Recensioni al volo: Tom Freund, Joe Bonamassa

TOM FREUND - East of Lincoln (2018)

Nono album in studio per il vecchio amico di Ben Harper, già collaboratore di Jackson Browne ed Elvis Costello, Matthew Sweet, Victoria Williams e Guided By Voices.
Undici canzoni con melodie infettive, prevalentemente di modalità acustica ma vivacizzate dalla batteria di Matt Johnson (ex di Jeff Buckley), dalla pedal steel di Ben Peeler (Dawes), dalle tastiere di Rami Jaffe (Foo Fighters, Ryan Adams) e dal violino di Jessy Greene (Wilco, Jayhawks). Nonostante tutti questi pesi massimi, Freund è davanti ed al centro del disco, cantando e suonando un mix eclettico di strumenti tra cui chitarra, mandolino, ukulele e contrabbasso.
Se amate Tom Petty, se gradite un pezzo di west coast con influenze country-rock, East of Lincoln è fatto per voi. Da ascoltare: Runaround, Angelus. Voto:


JOE BONAMASSA -. Redemption (2018) 


A due anni dall’ultimo album in studio (più una serie di album dal vivo più i side project Black Country Communion più la partecipazione al disco dei Rock Candy Funk Party più l’album insieme a Beth Hart) il grande chitarrista newyorkese riesce a scrivere l’ennesimo disco (il suo tredicesimo in studio) di grande qualità. Mai banale o commerciale, tra brani di hard rock ledzeppeliano, brani più jazzati, altri di impronta southern o di abituale blues-rock elettrico ed elettroacustico, il disco cresce di ascolto in ascolto e conferma Bonamassa come uno dei musicisti di maggior talento degli ultimi 20 anni. Da ascoltare: Self-Inflicted Wounds, Evil Mama (con l’attacco di batteria che ricorda immediatamente i Led Zeppelin di “Rock And Roll”). Voto:

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tom Freund pare proprio il liceale di Guzzanti. Ma tutto tutto: vestiario, voce e pure la chitarra scordata. Micidiale!
stefano

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