STRAND
OF OAKS (2019) Eraserland
Siamo al decimo anno di
carriera per Timothy
Showalter,
unico titolare del progetto Strand of Oaks, ed ogni album ha
migliorato quello precedente. Innamorato dei suoni elettroacustici
degli anni ’70 così come del synth-pop degli ’80, le sue ricette
musicali hanno sempre sposato il classic
rock con
l’indie rock
, ma l’amore per i suoni sintetici degli eighties ha comportato
dismetrie talvolta kitsch negli arrangiamenti, a scapito
dell’omogeneità del tutto. La scrittura tuttavia è sempre stata
di livello più che buono. D’altra parte non è l’equilibrio che
si chiede ad un artista dalla vita personale quantomeno disordinata e
che dichiara come principali influenze musicali Neil Young con i
Crazy Horse, Kate Bush ed i Tangerine Dream (!). Con Eraserland
sembra che l’artista originario dell’Indiana abbia trovato la
corretta proporzione di ingredienti, con canzoni intense di heartland
rock,
prevalentemente chitarristiche ed elettriche, misurati tocchi di
synth umano e non gommoso come in passato, globalmente più vicina
nel risultato finale ai Waterboys
dell’ultimo lustro piuttosto che agli attuali, troppo metronomici
The War On Drugs, cui spesso la produzione musicale di Showalter è
stata accostata. Showalter non rinuncia ad un tocco di eccentricità,
chiudendo il lavoro con un brano tra lo space
rock e l’ambient
di quasi venti minuti. Ma nel complesso l’album suona al solito non
studiato, ma spontaneamente e sinceramente naif, pronto a scaldare i
cuori più che a sollecitare i neuroni. Consigliato.
Voto
Microby: 7.8
Preferite:
Moon
Landing, Weird Ways, Ruby