mercoledì 12 giugno 2019

NILUFER YANYA


NILUFER YANYA (2019) Miss Universe



Si fa un gran parlare del debutto su lunga distanza di questa ventitreenne londinese, di padre turco e madre antillana (Barbados), entrambi artisti. Ed in termini solo positivi. Nonostante melodie ad alto potenziale radiofonico, gli arrangiamenti non suonano lineari e facilmente fruibili (solo ad un ascolto distratto le canzoni di NY appaiono semplici), né aiuta l’estrema varietà dei generi affrontati (indie-rock, alt-pop, electro-pop, nu-soul, alt-R’n’B), o la proposizione di 12 brani intercisi da 5 brevi e pleonastici interludi che interrompono la fluidità del lavoro. Sia i testi che le soluzioni musicali, così come la voce utilizzata su più registri anche nel medesimo brano, comunicano aggressività inibita, adrenalina trattenuta, ansia palpabile, come un’adolescente che non sa con chi può confidarsi e fino a che punto può fidarsi del mondo. Meglio la prima parte, nutrita dagli echi dei più morbidi Pixies, P.J. Harvey e Mitski, che la seconda in cui prevale l’influenza nu-soul alla Frank Ocean (sebbene personalizzata). L’impressione di testa è che ben 8 produttori diversi abbiano nuociuto all’amalgama, piuttosto che colorato le diversità di genere (un produttore inglese mirato, butto lì un John Parish, penso avrebbe potuto cavare dal cappello un capolavoro). Ma l’impressione di cuore è che di questa talentuosa inglesina sentiremo parlare ancora a lungo.
Voto Microby: 8

Preferite: In Your Head, Paralysed, Angels

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