JOSE’
JAMES (2020) No Beginning No End 2
Da
sempre descritto come “a
jazz singer for the hip-hop generation”
(AllMusic), la definizione più il tempo passa e più calza a
pennello. Il musicista di colore di Minneapolis ha sempre inciso per
la Blue Note (unica eccezione l’attuale lavoro), e cita tra le
influenze principali John
Coltrane e
Marvin Gaye,
ma è anche titolare di due tribute-album a Billie
Holiday e Bill
Withers, ed
ascoltando i suoi dischi non si fatica ad evocare Terry
Callier come
Nat King Cole,
Gil Scott-Heron
come Sam Cooke,
Frank Ocean
come Otis
Redding. Così
come è evidente che le sue influenze vanno dal
soul al jazz, dal rock al funk, dal pop all’hip-hop:
a differenza di altri artisti, a James riesce molto bene ed in modo
apparentemente naturale la crasi tra generi musicali ed ere
differenti. No
Beginning No End 2,
come suggerito dal titolo, è la continuazione dell’omonimo album
del 2013 (curiosamente la copertina del primo capitolo lo ritraeva a
testa rasata, ora invece con il classico fungo afro), ed è
altrettanto bello. Nemmeno la pletora di ospiti (Brett Williams,
Marcus Machado, Aloe Blacc, Lizz Wright, Cecily, Laura Mvula, Taali,
Erik Truffaz tra gli altri) scompagina un assetto raffinato, caldo ed
ordinato, sempre guidato dalla vellutata ed elegante voce (baritonale
o in falsetto) del nostro, che decide di proporre un “primo lato”
più ritmato e di impronta nu-soul ed un “secondo lato” di
ballate romantiche che hanno qualcosa di più del semplice
smooth-jazz. Le due anime sono separate da una bella versione della
Just The Way You Are
di Billy Joel. Potrà non piacere agli specialisti di ogni singolo
genere citato, ma dovrebbe incuriosirli tutti, perché pochissimi
artisti oggi riescono a citare, fondere e masticare così bene mezzo
secolo della nostra musica.
Voto
Microby: 8
Preferite: Saint James, Miss Me When I’m Gone, Oracle
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