lunedì 12 ottobre 2020

DEEP PURPLE


DEEP PURPLE (2020) Whoosh!

Uno dei più grandi gruppi di (hard) rock della storia non si arrende alla pensione ma, pur senza godere del (meritato) alone mitico degli antichi rivali Led Zeppelin nè delle luci della ribalta (per meriti vetusti) dei Rolling Stones, continua a pubblicare album degni del proprio passato. Mai veramente avvicinatisi al filone metal (come invece i loro coevi Black Sabbath, tra gli ispiratori/maestri del movimento), nè senza aver mai sposato le cause del punk prima, della new wave e del grunge poi, pur possedendone carica esplosiva (ma mai rivoluzionaria) e vocabolario tecnico, i nostri vecchietti (gli inossidabili Ian Gillan, Ian Paice e Roger Glover hanno rispettivamente 75, 73 e 75 anni, ed un'incredibile carica esente da Quota 100) hanno continuato nei decenni ad incidere e suonare live il classic rock elettrico che li contraddistingueva nei '70, ad impronta sempre hard rock ma ingentilita dall'età. Impermeabili alle mode e senza saturare il mercato (5 i dischi pubblicati nel nuovo millennio, di qualità mai meno che buona) ci propongono ora il nuovo, eccellente lavoro che ruota intorno alla maestria dei sostituti di due mostri sacri come Ritchie Blackmore e Jon Lord: senza virtuosismi inutili (ed obsoleti) il chitarrista (già di casa) Steve Morse ed il nuovo arrivato tastierista Don Airey colorano di classic hard rock la prima facciata del disco e di mai eccessivi richiami al prog la seconda, con risultati in entrambi i casi di ottimo livello. Si potrà obiettare che è musica vetusta, invece che "classica", ma in un millennio che grandi sconvolgimenti in ambito pop-rock non ne ha portati, affidarsi alla nostalgia di qualità per gli over-50 e togliersi qualche curiosità sulle radici della nostra musica per gli under-30 potrebbe essere una buona idea. Il disco è quello giusto. Splendida, al solito, anche la copertina.

Voto Microby: 7.9    

Preferite: No Need To Shout, Nothing At All, Throw My Bones

1 commento:

lucaf ha detto...

Confesso di essermi fatto le seguenti domande: non sarebbe il caso che se ne andassero in pensione? Ma Ian Gillian come fa a cantare ancora? Che senso ha un nuovo disco dei Deep Purple?
La tua recensione mi ha stuzzicato la curiosità e sono felice di ammettere che sì, qualche cedimento dovuto all’età avanzata si avverte, tuttavia i dischi vanno ascoltati, e parlare male di Whoosh! è un pregiudizio sbagliato. Perché, questo nuovo album, è davvero buono. Sarà anche il merito degli innesti nella line up di Steve Morse e Don Airey, ma l'album non fa altro che confermare l’ottimo stato di forma della band. Il disco poi, è pleonastico dirlo è suonato benissimo. Gillan è più controllato, ma se la cava con mestiere; Glover e Paice continuano a spingere con intensità, e Morse e Airey sono musicisti di gran spessore. Insomma, nulla di assolutamente innovativo, e probabilmente nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma un ritorno positivo e ispirato.

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