mercoledì 29 luglio 2009

Al mare!

Domani parto per le vacanze, con una quindicina di dischi nuovi sull'ipod tanto per non perdere l'abitudine. A presto. Buona estate a tutti!

Rocco de Luca & The Burden - Mercy

Prodotto da Daniel Lanois, uno che normalmente trasforma in oro ciò che tocca, e con la entusiasta collaborazione dell'attore Kiefer Sutherland che ne ha promosso la musica in documentari e show televisivi (peraltro KS è comproprietario della Ironworks, la sua casa discografica) e dei Keane (suonano nel brano di apertura), è al suo secondo album. La sua musica spazia dai riff con la chitarra slide in atmosfere blues, a brani rock ma con voce intensamente soul, da atmosfere quasi psichedeliche a vocalizzi che è facile rimandare al ricordo del mai compianto abbastanza Jeff Buckley. Si narra che quando Daniel Lanois li abbia per caso incontrati e sentiti ne sia rimasto folgorato: personalmente ho l'impressione di trovarmi davanti a un futuro protagonista della scena rock mondiale.
Il brano che ho selezionato è un rock molto tirato, che forse non rende l'idea del resto del disco ma che è senz'altro un gioiello di questo lavoro. Abbassate il volume delle casse...
VOTO ☆☆☆☆ (molto promettente)

martedì 28 luglio 2009

Cracker - In the land of milk & honey

Fondati da David Lowery, leader dei vecchi Camper Van Beethoven, band di punk-folk demenziale, ora si è messo a fare del solido, tradizionale rock'n'roll, fondendo insieme country contemporaneo e l'alternative rock meno aggressivo. Pubblicano il loro primo album omonimo nel 1992: un successo, bissato poi dal successivo Kerosene Hat. Otto cd dopo, compreso l'ottimo Greenland del 2006, esce quest'ultimo lavoro. Il cd si apre con due energici brani ("Yalla Yalla" e "Show Me How This Thing Works") che rimandano molto alle esperienze dei Camper Van Beethoven: ma è con il terzo pezzo "Turn on Tune In Drop Out" che invece si ascolta qualcosa più di familiare allo stile del gruppo. Un pezzo sicuramente bellissimo, che diventerà un classico della band. In un bel disco rock, ben fatto, ben suonato, consistente. Purtroppo ho poche speranze che li faccia conoscere ed affermare al grande pubblico, ma questa è un'altra storia.

domenica 26 luglio 2009

Nostalgia del disco...

Oggi ho sistemato i dischi appena arrivatimi da Amazon e mi sentivo un pò triste. Nella mia città (ma anche nelle altre in tutto il mondo) i negozi stanno scomparendo: un pò è colpa anche mia così come di tutti quelli che ormai si rivolgono ad altri canali. Magari una volta ci scrivo su qualcosa. Mi è venuta in mente una scena di Albanese che vi propino per farci due risate.

Lenny Kravitz a Brescia


Festeggia quest'anno i 20 anni di "Let love rule", ai tempi uno dei più promettenti album rock contaminati black, album che esordiva con un brano dal titolo "Sittin' on top of the world" che come programma non è niente male per uno agli esordi. Nove album dopo è ormai divenuto una rockstar planetaria, anche un pò per le sue conquiste femminili (Lisa Bonet, Vanessa Paradis, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Kylie Minogue). Ora fa un pò di tutto: si occupa di architettura d'interni e disegna per Swarowski (!!!).
Negli USA Robert Plant ha aperto i suoi concerti (sì proprio quello dei Led Zeppelin gli fa da apriconcerto...); qui a Brescia ieri invece prima di lui del concerto ci siamo gustati un valoroso ed originale gruppo francese ("les Chevals"). Dopo un'ora di attesa inizia subito con due rock tirati ("Freedom train" e "Bring it on") ma è con il soul di "It ain't over 'til it's over" che il pubblico si scatena e così pure con le successive "I belong to you", e "Believe". In mezzo ci stanno un pò di interruzioni fotografiche: nel senso che LK si è messo a fotografare il pubblico (promette di pubblicarle su feisbuk). Il grande funky di "Dancin' til dawn" tirata per almeno 15 minuti fa andare fuori di melone i fans che ormai ballano a più non posso. Poi le fantastiche "I'll be waiting" e "Always on the run" e le cover: un brevissimo accenno a "Billy Jean" ed ancora "American Woman", per finire con "Fly away" e "Let love rule", grandissima canzone postfricchettona. Al bis per la felicità di Jacopo, agli esordi nei concerti rock, la mitica "Are you gonna go my way". Grande concerto, grande energia. Sicuramente tra i migliori dell'anno.

venerdì 24 luglio 2009

Streets of fire - Caldo e Boss a Udine

Arriviamo al concerto appena in tempo. In parte a noi una signora in postmenopausa molto agitata ed eccitata; sotto di noi un panzone con bandana alla Berlusca. Tre file indietro i miei vicini di casa Roby e Lina: in effetti con 35.000 persone era molto probabile che avessimo un posto vicino... Fa un caldo tremendo. Le ascelle sgocciolano. La maglietta appena comprata si incolla sulla pelle entrando a far parte della sua struttura molecolare. Preludio di un concerto "torrido" anche musicalmente?
Si parte con "Sherry Darling" (da The river) mai sentita nei concerti in Italia (almeno in quelli cui ho assistito), con fisarmonica (quasi a fare un continuum con quelle tre che intonavano una tarantella prima di iniziare..). Poi subito un pugno nello stomaco con "Badlands", "Hungry Heart" e "Outlaw Pete" (bellissima); di seguito "Darlington County" e "Something in the night", gioiello purtroppo troppo spesso dimenticato nei suoi concerti. Poi: Working on a dream (forse uno dei brani che mi piacciono di meno dell'ultimo disco), "Murder Inc", "Johnny 99" (gioiosa e rockeggiante) e "No Surrender". Poi parte il delirio dei cartelli in cui i soliti originaloni richiedono brani improbabili. Il boss, con molta pazienza ne raccoglie una decina e sceglie "Summertime Blues" col vocione di Clarence, "Be True" e "Streets of Fire".
La signora in postmenopausa si rivela essere un'esperta colossale del Boss, cantando ogni canzone a memoria, sgomitando il marito ed il sottoscritto. Sopporto perchè una donna così merita il mio rispetto.
Finite le richieste si riparte con "My love will not let you down", con Max Weinberg in gran forma, e "Waiting on a sunny day" con bambino incorporato che canta il ritornello (per me è un fake: non posso credere che un bimbo dell'età della mia Laura, riesca impunemente a cantarla a tono e a tempo). Poi parte "The promised Land": l'avrò sentita cento volte ma ogni volta è emozionante: l'assolo di Clemons, il duetto Nils/Stevie, mamma mia... Poi parte "American Skin - 41 shots", fantastica ed intensa: il panzone giù di sotto allarga le braccia a mò di benedizione e resta in trance per 5 minuti buoni.
Poi "Lonesome Day" appiccicata a "The rising" e infine gran finale con "Born To run". Speravo in una "Rosalita" in coda subito dopo ma niente da fare.
I Bis: un boato per "Born in the USA", "America Land" standard della Seeger session, ma soprattutto per la grandissima e emozionante "Bobby Jean": ok va bene, sarò noioso ma io ho un debole per questo pezzo e non mi stancherò mai di volerla, ed ascoltarla, e cantarla, e commuovermi fino alle lacrime.....
Si finisce con "Dancing in the Dark" e "Twist & Shout/La Bamba": delirio collettivo.
Ci mancano tanto Thunder Road, Jungleland, Jersey Girl, Into the fire... vabbè non si può avere tutto.
Bruce resta il Boss: più di 3 ore di grande rock'n'roll unico e generoso, con una band muscolare ed intensa nonostante l'età che avanza. Una celebrazione del rock dal suo più alto predicatore.

giovedì 23 luglio 2009

Bruce Springsteen live Vienna 2009

Ho trovato sul tubo questa splendida compilation del recente concerto di Vienna, che spiega più di tutto cosa ci aspetta stasera.

Il boss è a Udine


Sono gasatissimo. Aspettare tutto questo tempo è stata dura. Per me che vivo a Brescia, non sarà neanche comodo andare fino a là, ma per lui nessuna distanza è mai troppo lunga. A Torino ha fatto faville con la seguente playlist:
Loose End
Badlands
Hungry Heart
Outlaw Pete
Workin' on a Highway
Workin' on a Dream
Murder Incorporated
Johnny 99
American Skin
Raise Your hands
Travelin' Band
Drive All Night
Two Hearts
My Love Never Let You Down
Waitin' On A Sunny Day
The Promised Land
My Hometown
Backstreets
Lonesome Day
The Rising
Born To Run

Land Of Hope And Dream
American Land
Glory Days (Louie Louie)
Dancin In The Dark
Twist And Shout (La Bamba)

BUON CONCERTO!!

domenica 19 luglio 2009

Indigo Girls - Poseidon & The Bitter Bug

Emily Saliers e Amy Ray suonano insieme da 20 anni, e "Poseidon and the Bitter Bug" è il loro 13° album. Ho amato tantissimo i loro precedenti, soprattutto "Despite our Difference" del 2006, per la loro grandissima qualità compositiva. A mio parere sono tra le migliori interpreti in assoluto di folk-rock acustico; le loro melodie sono fantastiche forse perchè, cresciute come un duo chitarristico sono in grado di integrarsi alla perfezione ed a memoria. La grande intuizione di questo album è quello di essere diviso in due cd, uno con accompagnamento strumentale ed uno puramente acustico: non nego che la seconda parte mi ha entusiasmato e continuo a saltare da un cd all'altro per decidere quale versione mettere sull'ipod ma la preferenza va sempre sul secondo... In realtà è incredibile proprio come siano in grado anche nella parte strumentale di non perdere assolutamente la finezza e l'emozione dei brani più "unplugged". Come non mi capita frequentemente 'sto disco non riesco più a levarmelo di torno: continuo ad ascoltarlo ed ascoltarlo ed a commuovermi. Di sicuro in lizza per l'album del''anno 2009!
VOTO ☆☆☆☆☆ (capolavoro)

Blitzen Trapper

"Probabilmente questo sarà il nostro primo album ad essere ascoltato da molti, ma a me va bene: sento che è un disco solido. Non credo sia un problema sapere in che momento la gente ci sentirà, tutti i nostri album esistono, sono tutti là fuori che aspettano."(Eric Earley). I BT sono un sestetto di Portland, al 4° album, che Rolling Stone ha messo tra i 50 migliori del 2008. Messi alla ribalta dall'album "Wild Mountain Nation", di discreto successo ed in grado di fornirgli un contratto discografico più stabile, il loro genere è un pò quello dei Fleet Foxes, acclamata sorpresa dell'anno scorso, cioè la ricerca di una via di mezzo tra folk tradizionale ed indie-rock, tra i Pavement e i Creedence Clearwater Revival (a differenza di quello che fanno pensare il teutonizzante nome del gruppo e la copertina dell'album che li fa apparire quasi come una metal-band...). Un lavoro raffiinato e sicuramente di stile, che va a recuperare il sound west-coast un pò come la cosiddetta roots-music di oggi.
VOTO ☆☆☆☆ (molto buono)

venerdì 17 luglio 2009

Carlos Santana in concerto

Porca miseria però, poteva farmi Black Magic Woman e Oye Como Va! Non è giusto: il giorno prima a Trieste le aveva suonate, invece a Brescia ci siamo dovuti accontentare di "Soul Sacrifice" (apertura del concerto), "Samba Pa Ti", "Evil Ways"" e le più new-latin "Jingo", "Corazon Espinado", "Smooth" e "Maria Maria". Beh, va bene, anche queste non erano mica male. La band era proprio scatenata e nella piazza le 5000 persone presenti erano altrettanto agitate. Quello che più mi ha impressionato sono proprio la grande energia della band e l'enorme carisma di CS: quel continuo chiamarlo ed inserirlo ad ogni occasione come riferimento nel testo delle canzoni da parte dei suoi (ottimi) cantanti. Le esecuzioni poi tirate a tutta birra e magari anche un pò forse troppo intense e senza pause, tali da toglierti il respiro. Era un concerto che non si poteva perdere e in fondo non ha assolutamente tradito le aspettative.

Tracy Chapman + Amos Lee


Confesso che TC, pur essendo senz'altro una cantautrice raffinata e di grande spessore artistico non mi ispirava un gran che e che la motivazione più grande per il concerto l'ho avuta la mattina dello stesso quando mi hanno convinto ("non ci posso credere" ondeggiavo le mani intorno alla testa come Aldo Baglio) che ad aprire il concerto c'è uno dei miei idoli del momento, nonchè vincitore del concorso per il migliore album del blog per il 2008 ("Last day at the lodge", andatevi a ripescare la recensione), il mitico Amos Lee. Come un sorcino qualsiasi mi sono pertanto appostato dietro le quinte e, quando l'ho intravisto ho urlato "AMOS!" pregandolo di venire. Incredibilmente ha percorso tutto il loggiato del retropalco un pò perplesso che qualcuno lo conoscesse qui in piena padania e così ho avuto modo di scambiare qualche parola e fargli i dovuti complimenti. Un grande! Salito sul palco (nessuno inizialmente se lo filava ma quando ha cominciato a cantare tutti si sono azzittiti...) ha inanellato una serie di pezzi acustici il cui unico torto era quello che forse era meglio fossero fatti un pò più simili agli originali, almeno per far intuire meglio la melodia. Trenta minuti solamente, ma di grande classe comunque.
A seguire Tracy Chapman che devo ammettere, mi ha sorpreso per la grazia e la pulizia delle canzoni: a parte le solite note "Fast Car", "Talking 'bout a revolution", "Give Me One Reason" anche le canzoni dell'ultimo album si sono rivelate molto interessanti e l'ottima acustica di Piazza Loggia ha fatto il resto. Bella serata. PS Nota accessoria: ho scoperto che TC è molto amata dal pubblico femminile (almeno il 70% dei presenti) e che tale audience è costituita da ragazze molto disponibili. Dato interessante da tenere presente per il futuro...

James Taylor in concerto


In effetti non so cosa c'entrasse JT con un festival chiamato Milano Jazzin Festival, anzi a dire il vero ero preoccupato che lui si sentisse obbligato a fare l'originale. Per fortuna JT è sempre lo stesso: in grado di radunare ancora oltre 6000 persone capaci di scatenarsi non appena partivano note conosciute come quelle di "You've Got A Friend" o "Sweet Baby James". Come sempre gentile e simpatico ama ancora divertire e divertirsi come quando fa smorfie e balbettii vari in "Steamroller Blues" o come quando si scatena con una medley di Wilson Pickett. Gran bel concerto.

domenica 12 luglio 2009

James Taylor a Milano

Non mi stancherò mai di assistere ad un suo concerto (deve essere il 4° o il 5°, ho perso il conto). La cosa che mi impressiona di più è che uno che ha venduto più di 40 milioni di dischi, ha collezionato più di 40 dischi di platino, è entrato nella Hall of Fame contemporaneamente per due categorie (singer/songwriter e rock) ed è stato sulla copertina di Time, è forse la star più umile che conosca. Collabora con chiunque glielo chieda (si è prestato perfino a farsi, amabilmente, prendere in giro da Elio) e quando sale sul palco cerca con gli occhi la complicità del suo pubblico come un qualsiasi cantautore alle prime armi; ama raccontare i tempi eroici del rock west-coast anni '70 mandando in estasi i suoi fan. La novità di questo sembrano essere i pezzi cover (come per i due album recenti) e la sua band di altissimo livello: Steve Gadd, Larry Goldings, Jimmy Johnson, Michael Landau, Kate Markowitz, Arnold McCuller e Andrea Zonn.

sabato 11 luglio 2009

Steely Dan il giorno dopo

L'unico grosso errore del concerto è stato di non cospargermi di Autan per allontanare lo sciame di zanzare calatomi addosso all'inizio del concerto; le tossole che ancora mi affliggono saranno ancora per qualche giorno (spero non oltre) un ricordo accessorio di questo bel concerto. Altra cosa curiosa era il pubblico, cioè noi: mediamente brizzolato e con pancetta (del resto anche Walter Becker non era da meno) e di età adeguata. Il concerto lo aspettavo con ansia e preoccupazione insieme dato il noto manierismo del duo Becker-Fagen: in realtà una band davvero di massimo livello (la migliore mai avuta secondo Becker, noto scassapalle perfezionista) con intesa perfetta ed una scaletta ben amalgamata tra pezzi più pop-rock e più jazzati, tra vecchi successi ("Peg", "Home at last" su tutti ma anche con l'inattesa "the Royal Scam" dall'album omonimo del 1976) e nuovi ("Two against Nature"). Un gran bel concerto, terminato con una curiosa versione jazzata di Ultimo Tango a Parigi. Lunedì però, per James Taylor, mi faccio il bagno nell'Autan.

martedì 7 luglio 2009

Steely Dan in concerto

Chi li ha visti nel concerto di Lucca dello scorso anno (o erano due anni fa?) li ha trovati memorabili. Ed in effetti gli SD sono una delle formazioni rock più originali ed insolite dell'intero panorama musicale. Donald Fagen e Walter Becker riescono a miscelare rock con jazz, funk e blues, il tutto con una moderna impronta quasi high tech. I loro dischi migliori sono Aja del 1977 e Gaucho del 1980. Dopo quel disco si sciolsero per dedicarsi alle carriere soliste ma negli anni novanta tornarono insieme dedicandosi anche a quello che non gli era mai piaciuto fare molto, i concerti live. Auguriamoci di godere di una performance di massimo livello.

lunedì 6 luglio 2009

Vienna Teng - Inland Territory

Californiana-Taiwanese di San Francisco, pianista con profonda preparazione classica e con una voce morbida ha riadattato melodie classiche in chiave folk (o viceversa?). Utilizza molto il sintetizzatore e le tastiere elettroniche in genere (faceva la programmatrice alla Cisco, prima che venisse scritturata nel 2002 dalla Universal). Inland territory (il suo quarto lavoro) contiene, in mezzo a brani tutti di ottimo livello, due autentiche perle, "Antebellum" e "The Last Snowfall"(curioso e ammaliante il fruscio di fondo come da vecchio vinile consunto..) che sicuramente concorreranno come migliori canzoni del 2009.

venerdì 3 luglio 2009

Big Head Todd and The Monsters - All the love you need


Questo album merita una segnalazione per due motivi. Innanzitutto si tratta di un bell'album, di un gruppo che conoscevo poco e che invece ha il sacro cuore del rock come piace a me: una serie di pezzi di energia pura con una solida base blues e tastiere e chitarre e una bella voce....
Il secondo motivo è che i suddetti hanno deciso che, siccome la maggior parte dei loro guadagni deriva degli spettacoli dal vivo, il disco non lo si deve pagare ma lo si può scaricare del tutto gratuitamente dal loro sito (http://www.bigheadtodd.com/alltheloveyouneed/index2.php) . Beh, che dire...hanno perfettamente ragione e lo sappiamo tutti! Alla faccia delle cause miliardarie per i brani piratati.
VOTO ☆☆☆☆ (molto buono)

giovedì 2 luglio 2009

Ry Cooder: i miti non si discutono.


Appunto. Non riesco proprio (e non voglio) dire che è stato un concerto che mi ha lasciato un pò di amaro in bocca. Sicuramente mi aspettavo troppo visto che era la prima volta che assistevo ad un suo concerto e le aspettative erano tante. Sarà stata anche la mancanza di Flaco Jimenez (mamma mia come mancava la sua fisarmonica!) oppure quel look un pò "Anni Azzurri" in gita alle Hawaii o anche l'introduzione della futura nuora (?) Juliette Commagere (bravina ma che c'entrava quel pop elettronico? Ok "c'entrava" Joachim Cooder....battutaccia...). Quindi mi sono imposto di sottolineare le cose buone, anzi ottime: "How can a poor man..", "The very thing that makes you rich" (porca miseria però volevo i cori di Bobby King e Terry Evans!), "Jesus on the Mainline"... E poi la tecnica sempre sopraffina e geniale, sicuramente lontana da un virtuosismo fine a se stesso. Anche Nick Lowe è stata una piacevole sorpresa con quegli occhiali da dandy e quell'aspetto un pò Happy Days ma soprattutto con i suoi brani sixties ed uno in particolare che non conoscevo e che mi ha entusiasmato ("Peace, love & understanding"). Per non parlare poi della bravura di Joachim alla batteria. Vabbè ripeto, i miti non si discutono.

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