Calma.
Veniamo al disco: i primi quattro brani sono da far tremare i polsi: uno più bello dell'altro (magari anche un pò ruffiani, ma è così bello farsi corteggiare...): "Days are forgotten" è come metter unire Kula Skaker e Oasis sotto la direzione di Ennio Morricone, "Let's roll Just like we used to" sembra scritta proprio per gli orfani di Noel Gallagher e compagni, "Goodbye Kiss" forse un pò troppo scontata ma come starebbe bene con la voce di Richard Ashcroft dei Verve, "la Fee Verte" che se chiudete gli occhi e la immaginate cantata da John Lennon.... Scorrendo l'album l'unico brano in continuità con il caotico album precedente è lo scatenato elettrico "Switchblade smiles" e non da meno è l'energica "Rewired", sicuramente il brano che dal vivo sarà più ballato e cantato dai fan. E poi ancora "Man of simple pleasures" con quell'attacco che pare tirato fuori dai Gorillaz di "Clint Eastwood", "Acid Turkish Bath" pezzone arabeggiante di 6 minuti, "Neon Noon", ballata che non smetteresti mai di ascoltare...
Beh, stavolta, ci hanno preso, i "critici". A questo lavoro manca poco per essere un capolavoro.
Voto: ★★★★ 1/2 (sorprendente)
2 commenti:
Visti dal vivo a iDays a Bologna. Re-wired non l'hanno fatta e quindi non è stata ballata... I pezzi che hanno fatto dal vivo (Velociraptor, Days are forgotten e Switchblade smiles) sono eccezionali e loro dal vivo sono potentissimi. Il CD ce l'ho da due settimane ma ancora devo sentirlo... (Sigh!)
Sembrava una band da singoli, ed invece al 4° album gli inglesi centrano un eccellente lavoro pop-rock moderno: attitudine beatlesiana brit-pop à-la-Oasis, propensione all’enfasi catchy à-la-Muse, alla contaminazione come i Kula Shaker, al dance-floor come i Primal Scream. Sintesi riuscita. 7.9/10
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