Nata a Chicago, non si faceva sentire dal 2008 (il bellissimo “The Works”). In questi anni si era dedicata ad assistere la madre, accompagnata attraverso la malattia e poi il cancro, la demenza e la morte. Quest’ultimo album è il racconto, appassionato ed ironico, del suo rapporto con la madre ed il suo declino mentale ed è anche il soggetto di una “piece” teatrale in cui ripercorre la sua stessa infanzia ed il difficile rapporto familiare. Musicalmente: una sorta di concept, pieno di emozione, elegante e coinvolgente. Folk-rock di assoluto livello, che attinge a piene mani dalle cose migliori di Rickie Lee Jones, Suzanne Vega e Joni Mitchell: sicuramente uno degli album più belli ascoltati in questi primi tre mesi.
Voto: ☆☆☆☆1/2
1 commento:
JONATHA BROOKE: anche questa non la conoscevo! E scopro una cantautrice insieme appassionata e raffinata, con scrittura sospesa tra il pop ed il country-rock seventies, la voce che ricorda Alanis Morissette, e soluzioni melodiche che risentono delle lezioni delle Rickie Lee Jones e Joni Mitchell più pop. Un concept delizioso.
Voto Microby: 7.6
Preferite: What Was I Thinking, My Misery, Mom’s Song
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