Johanna
e Klara Soderberg, sorelline svedesi di 24 e 21 anni rispettivamente,
mantengono al terzo disco le promesse esibite nel precedente The
Lion’s Roar, splendida sorpresa di 2 anni
fa. L’unico cambio di traiettoria è lo spostamento dal folk
alla Kate & Anna McGarrigle (con tuttavia già accenni alla
Emmylou Harris) verso un’”americana”
pulita, raffinata, maggiormente influenzata dal country
melodico. Dominano i brani, tutti autografi ed acustici, gli
armoniosi impasti vocali, cristallini e brillanti, così come lo sono
plettri, tasti ed archi. L’atmosfera solare si sposa con una più
solida consapevolezza del potenziale commerciale, anche in ambito
pop. Brillante
conferma, senza un brano debole.
Voto
Microby: 7.8
Preferite:
My Silver Lining,
Stay Gold, Heaven Knows
CHRIS
ROBINSON BROTHERHOOD (2014) Phosphorescent Harvest
Terzo
album per la voce dei Black Crowes
dopo la splendida accoppiata d’esordio nel 2012, in cui aveva preso
musicalmente le distanze dalla band madre per esplorare il rock
psichedelico targato Dead/Quicksilver.
Impreziosita dal solito, bravissimo Neal Casal alle chitarre, la
confraternita propone una purtroppo disomogenea miscela di southern
rock, psichedelia, blues, country-rock, soul/R&B e New Orleans
sound. Buona la scrittura, al solito
brillante il lavoro delle chitarre calde e del saltellante piano
honky tonk, ma risultano discutibili alcuni arrangiamenti, con
eccesso di synth vintage o addirittura beats elettronici fuori
contesto. In definitiva un album piacevole ma di livello inferiore
rispetto ai due che l’hanno preceduto.
Voto
Microby: 7
Preferite:
Badlands Here We
Come, About A Stranger, Tornado
JACK
WHITE (2014) Lazaretto
Jack
White non è mai stato un purista. Già con i White
Stripes batteva i sentieri tradizionali del
rock, blues, folk, garage, pop USA rivisitandoli con linguaggi
attuali, sia bianchi che neri. Come allora anche nella carriera
successiva (a mio avviso sempre interessante ma mai esaltante, sia da
solista che nei numerosi side projects)
ha sempre espresso coraggio nella scelta degli arrangiamenti
(mischiando riffs hard, archi, funk,
elettronica, hip-hop, blues, garage, americana, country & folk)
più che della scrittura (sempre calata nelle radici USA). Sempre
inalterato l’approccio vocale e strumentale isterico, nervoso,
stridulo, sempre al limite del kitch. Tutte caratteristiche ribadite
in Lazaretto, album
che tuttavia risulta il meno convincente dell’intera carriera del
nostro. A favore: l’estrema varietà dei generi affrontati e
l’originalità degli arrangiamenti, ormai un marchio di fabbrica.
Contro: il disordine generato dai “pro”, che sfiora la confusione
e la perdita di controllo. Tanto che i brani a mio avviso migliori
sono quelli dalla produzione più tradizionale.
Va
bene, è un genio, ma come per l’ultimo Neil Young (guarda caso
co-progettato da Jack White) non si può far passare tutto per buono!
La media fa discreto, toh!
Voto
Microby: 7
Preferite:
Alone In My Home,
Entitlement, Three Women
2 commenti:
First Aid Kit: le svedesi con il cuore californiano hanno colpito ancora. Ogni disco (questo è il terzo) è meglio del precedente. Voto: ☆☆☆☆
Jack White: negli ultimi anni i suoi sforzi si sono concentrati di più nelle produzioni e nei side-project. Al di là del suo carisma tuttavia bisogna essere obiettivi: un disco con idee tutto sommato modesto e rescindibile. Voto: ☆☆☆ (di stima)
Anche se sono un hooligan di JW, devo ammettere che Lazzaretto contiene quattro tracce di cui si può tranquillamente fare a meno. Curiosamente due di queste sono tra le preferite di microby (Entitlement e Alone in my home). Album certamente inferiore a Blunderbuss, ma che però fin'ora ha venduto altrettanto...
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