giovedì 26 giugno 2014

PASSENGER, RAY LaMONTAGNE, tUnE-yArDs


PASSENGER (2014) Whispers
Partito come quartetto formatosi a Brighton, South England, nel 2007, attualmente Passenger rappresenta il nickname del leader e unico depositario del marchio, Mike Rosenberg. Ma confesso che fino ad un viaggio in Germania (dove era 1° in classifica) 2 settimane fa non ne conoscevo l’esistenza, per poi scoprire che il singolo tratto dall’album precedente era stato lo scorso anno 1° in classifica in ben 16 paesi europei, Italia inclusa… Ma che bella sorpresa! Senza proporre nulla di originale il nostro ha una bella penna e indubbio gusto negli arrangiamenti, che lo propongono tra i migliori interpreti del cantautorato intimista che da Damien Rice/Tom McRae/Neil Halstead va giù fino a Nick Drake. Ma non è solo introspettivo e confessionale, anzi riesce a variare il menu condendolo anche con ballate ariose, spensierate, primaverili, arricchendo la strumentazione (chitarra acustica-viola-violoncello-violino) con sezione ritmica e fiati. Una bella continuità nella tradizione cantautorale albionica.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Coins In A Fountain, Golden Leaves, Bullets
RAY LaMONTAGNE (2014) Supernova
Primo ascolto deludente. Poi realizzo che è perché non riconosco il Ray La Montagne che ho internalizzato. Uno dei tanti, perché in 5 albums dal 2004 l’americano ha offerto 5 differenti fotografie musicali di sé stesso, dal cantautore intimista al menestrello folk, dal roots-popster al country-rocker. Lo riascolto pensando che sia uno sconosciuto, ed ecco che il disco, prodotto (in modo discutibile ma certamente originale per il DNA del nostro) da Dan Auerback (Black Keys), assume i connotati di un pregevole pop psichedelico inglese frullato col country-rock californiano, entrambi di fine anni ’60/inizio ’70. Così tra chitarre acustiche, mellotron, Hammond, percussioni vellutate ed armonie vocali d’altri tempi si ascoltano echi transoceanici dei primi Pink Floyd come di Brian Wilson, citazioni di Van Morrison ma anche di John Phillips, di Beatles e Buffalo Springfield. Peccato che la bella voce aspra e calda di Ray sia relegata, volutamente, in secondo piano, più amalgamata con una strumentazione insieme fresca e suadente, d’epoca: California Dreaming
Voto Microby: 7.7
Preferite: Lavender, Airwaves, Julia
tUnE-yArDs (2014) Nikki Nack
Afro-pop centrafricano, cori da folk sudafricano alla Malahtini, percussioni tribali miscelate con beats elettronici, basso pulsante (Nate Brenner) da dancefloor, hip-hop, techno, synth pop ’80, ritmi urbani nevrotici alla Talking Heads ma anche solari alla Tom Tom Club, inserti caraibici ma anche industrial EMA-like. E una grande voce (Merrill Garbus) capace di adattarsi perfettamente al contesto. Beninteso: non un genere per canzone, ma il tutto shakerato in eccellente equilibrio in ogni singolo brano per la totalità dell’album. Il duo ha coraggio e idee da vendere.
Sconsigliato a chi ama la melodia ed un approccio tradizionale/classico alla musica.
Raccomandato a chi predilige il ritmo ed apprezza le contaminazioni tra generi.
In ogni caso è suggerito un ascolto a chi è curioso di cercare nuove vie di espressione nella musica pop-rock.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Water Fountain, Find A New Way, Time of Dark

2 commenti:

lucaf ha detto...

Tune Yards: Una sorta di patchwork pop ricco di ukulele, percussioni, corni e suoni occasionali. Un collage musicale spinto ed esplosivo. Uno di quei dischi necessari per spostare sempre più in alto l'asticella della sperimentazione.

cerebus64 ha detto...

La cosa più interessante di questa prima metà dell'anno! Musica futuribile.

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