martedì 16 settembre 2014

JOSE' JAMES, RUN RIVER NORTH, ROBERT PLANT


JOSE' JAMES (2014) While You Were Sleeping
Spesso descritto come un cantante jazz per la generazione hip-hop, in realtà JJ è molto di più: se nei precedenti lavori poteva piacere singolarmente ai fans di jazz, o hip-hop, o nu-soul, o funk, o rock, in quest'ultimo album il 34enne di Minneapolis riesce a fondere con perizia tutte le esperienze pregresse. Il compito era molto difficile (perfino improbabile) ma è stato svolto con plauso, grazie ad una voce baritonale, sensuale, profondamente soul, ed al contributo di una band che lo ha assecondato con una chitarra hendrixiana (con tanto di distorsore wah-wah), un piano Rhodes jazzy, un basso funky, una batteria che fa da collante perfetto tra musica nera e bianca. Numi tutelari: Jimi Hendrix, Marvin Gaye, Terry Callier, Steely Dan, The Beauty Room. Gran bel disco.
Voto Microby: 8.2
Preferite: While You Were Sleeping, Angel, Anywhere U Go
RUN RIVER NORTH (2014) Run River North
Vista la latitanza musicale dei maestri del neo-folk Fleet Foxes e Mumford & Sons ci pensano i seguaci a farci ricordare quanto ci mancano. E fra questi, l’esordio del combo della San Fernando Valley (tutti nati in California ma da famiglie di immigrati dell’estremo oriente, come certificano i cognomi dei 6 membri: Hwang, Chong, Kang, Chae, Rim, Chun) è da mettere fra i migliori e più promettenti: il medesimo produttore (Phil Ek) di Fleet Foxes, Shins, Band of Horses, belle melodie e splendide armonie vocali per un indie-folk-pop che sembra scritto ed eseguito dai Mumford & Sons dopo essersi bagnati nel take it easy westcoastiano. E nonostante testi per nulla alla Beach Boys, ma che anzi sottolineano le difficoltà dell’american dream. Due soli i limiti di un lavoro piacevolissimo e che cresce ad ogni ascolto: l’eccessiva ricerca del coro anthemico da stadio e, da quanto detto, la (per ora) scarsa originalità. Ma i 6 californasiatici hanno parecchio tempo davanti a sé per confermare le eccellenti qualità già mostrate.
Voto Microby: 8
Preferite: Beetle, Fight To Keep, Run River Run
 

ROBERT PLANT (2014) Lullaby and...The Ceaseless Roar
Il membro più versatile dei Led Zeppelin non ci sta a godersi la pensione e continua le sue scorribande tra la musica della madrepatria Inghilterra e quella degli amati USA. Dopo il quasi-capolavoro The Band of Joy (mio disco dell'anno nel 2010), permeato di America, ora rivisita i suoni dell'Inghilterra del Sud ibridandone il folk con rock e world music (soprattutto maghrebina).
Non tragga in inganno la prepotente sezione ritmica, percussiva e tambureggiante, quasi tribale: il nuovo lavoro è meditabondo e riflessivo, la voce confidenziale e trattenuta. Siamo più dalle parti del Peter Gabriel-Real World o del Robbie Robertson-Native American che degli Zeppelin. Al primo ascolto sembra di poter parlare di capolavoro; repetita juvant e svelano un album buono ma non imperdibile: una produzione potente, suoni brillanti e musicisti eccellenti mascherano una scrittura non al top di un artista che da solista non ha sbagliato un colpo, e che comunque sbaraglia gli ex compagni di dirigibile.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Embrace Another Fall, Little Maggie, House of Love


2 commenti:

lucaf ha detto...

JOSE JAMES: Grazie a Microby per averlo segnalato: jazz. ma anche soul, rock e R&B: una continua sorpresa ed un continuo perdersi tra i suoni e ritrovarsi con la gioia di avere ascoltato un disco assolutamente splendido. Mi è servito per curare la sindrome da astinenza dai Beauty Room. Unico difetto (o pregio?) è l’arrangiamento non perfetto, come nel caso dei BR, ma non importa. Bellissimo disco. Voto: ☆☆☆☆

lucaf ha detto...

ROBERT PLANT: effettivamente se guardi indietro la carriera dell’ex Led Zeppelin i suoi interessi musicali hanno spaziato in ogni dove. Questo disco è indubbiamente seducente, quasi spirituale, pieno di ritmi e dalle melodie sottili. Voto: ☆☆☆

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