RIVAL SONS (2014) Great Western Valkyrie
Quarto album per la band californiana capitanata dal
frontman Jay Buchanan, in possesso di una voce potente ed
adrenalinica che ha già prodotto paragoni con quella di Robert
Plant. Le eccellenti doti tecniche del chitarrista Scott Holiday e
del batterista Michael Miley, unite al fatto che la musica proposta è
completamente calata nel lustro a cavallo tra i '60 ed i '70, e si
nutre di rock, hard-blues e
psichedelia ha
sollevato da una parte critiche di derivativismo, dall'altra (più
corposa) un forte apprezzamento per un retro-rock tecnicamente
eccellente ma insieme energico, sincero, appassionato, muscolare ma
dal songwriting pregevole: attualmente il miglior vintage-rock in
circolazione, un must per chi ha amato Led
Zeppelin, Doors, Cream.
Voto Microby: 8.2
Preferite: Electric Man, Good
Luck, Play The Fool
CHRISTOPHER
OWENS (2014) New Testament
Al
secondo sforzo da solista dopo la militanza nel duo indie-pop Girls,
l’americano abbandona il concept del primo album ma non le
atmosfere anni ’70, con le quali ricama i tre generi che hanno
permeato la sua vita, privata oltre che artistica: pop,
country, gospel. Lo fa con riuscita
integrazione dei tre stili, col garbo e l’eleganza che gli
appartengono, con arrangiamenti morbidi ed avvolgenti, ma col limite
di una voce modulata e gentile che non gli permette variazioni di
intensità delle canzoni. Forse per tale motivo i brani migliori
hanno passo lento ed impronta gospel. Assai piacevole per l’ascolto
in coppia, meno coinvolgente per una festa tra amici.
Voto
Microby: 7.6
Preferite:
It Comes Back To
You, My Troubled Heart, Oh My Love
STEVE ROTHERY (2014) The Ghosts of Pripyat
Per
il chitarrista dei Marillion
(sia era- Fish che -Hogarth) lo spunto ad incidere il primo disco da
solista viene dall’invito a partecipare nel 2013 ad un festival
della chitarra a Plovdiv (Bulgaria). Nel debutto presenta sette brani
strumentali di marca progressive,
ma che a differenza dei Marillion gravitano più in area Pink Floyd
(periodo Wish You Were Here)
che Genesis, e ancor più seguono la scia dei Porcupine
Tree prog (peraltro ospite nel disco Steven
Wilson, oltre a Steve Hackett). Nessuna nuova proposta, ma eccellenti
linee melodiche prive dei barocchismi seventies, col valore aggiunto
di più di una chitarra (acustica ed elettrica) da lode.
Voto
Microby: 7.5
Preferite:
Morpheus, Kendris,
The Ghosts of Pripyat
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